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Consumo di suolo: Novara tra le città piemontesi più cementificate

Nel 2024 la città ha registrato oltre 2.000 ettari di nuove costruzioni, con un impatto significativo su biodiversità, microclima urbano ed ecosistemi

Consumo di suolo: Novara tra le città piemontesi più cementificate

Nel 2024, Novara si conferma tra le città piemontesi in cui si è registrato il maggiore consumo di suolo. A trainare l’espansione edilizia sono stati soprattutto poli logistici e nuovi capannoni, con conseguente aumento delle superfici impermeabilizzate, secondo quanto emerge dal rapporto annuale di Ispra e del Sistema nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente.

Novara terza in Piemonte per aree costruite

I dati indicano che Novara occupa il terzo posto tra i comuni piemontesi per ettari di suolo trasformati: nel 2024 sono stati costruiti 2.186 ettari di nuove strutture. Considerando l’intera provincia, il territorio novarese sale al quarto posto regionale, con 15.050 ettari complessivi cementificati nell’ultimo anno.

Perché il consumo di suolo è un problema

Secondo Ispra, il consumo di suolo interessa circa due terzi del territorio nazionale, con effetti significativi sulla biodiversità, sul microclima urbano e sulla frammentazione ecologica. Studi recenti evidenziano che nelle città le differenze di temperatura tra aree urbane e rurali possono superare i 10°C, con picchi di +11,3°C al Nord. La presenza di alberi nelle città si conferma essenziale: nei quartieri con copertura arborea superiore al 50%, le temperature risultano fino a 2,2°C più basse.

L’ente sottolinea inoltre l’impatto economico: la perdita dei servizi ecosistemici legata al consumo di suolo tra il 2006 e il 2024 è stimata tra 8,66 e 10,59 miliardi di euro l’anno.

Le conseguenze e l’urgenza di fermare il fenomeno

“Ridurre il consumo di suolo nel nostro Paese rappresenterebbe un passo fondamentale per affrontare le sfide climatiche, il dissesto idrogeologico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità”, conclude Ispra. La cementificazione continua mette infatti a rischio non solo il paesaggio, ma anche la resilienza del territorio agli eventi estremi.

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