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Addio a Giorgio Forattini, il re della satira che ha raccontato l’Italia con una vignetta al giorno

Il celebre disegnatore e giornalista si è spento a 94 anni nella sua casa di Milano: una carriera lunga mezzo secolo tra ironia, polemiche e libertà di pensiero

Addio a Giorgio Forattini, il re della satira che ha raccontato l’Italia con una vignetta al giorno

Si è spento a 94 anni Giorgio Forattini, il vignettista che ha cambiato il volto della satira politica italiana. I funerali si terranno giovedì 6 novembre a Milano, nella chiesa di Santa Francesca Romana in via Alvise Cadamosto. Dopo la cerimonia, le ceneri saranno deposte nel cimitero di Monte Porzio Catone, accanto ai familiari.

Il pioniere della vignetta in prima pagina

Nato a Roma nel 1931, Forattini è stato il primo a portare la satira politica sulle prime pagine dei quotidiani italiani, trasformandola in un appuntamento quotidiano per milioni di lettori. Con uno stile ironico e corrosivo, ha firmato le sue vignette per testate come Paese Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, L’Espresso, Panorama e QN.
Per decenni le sue caricature, tanto feroci quanto intelligenti, hanno raccontato i vizi e le virtù della politica italiana, guadagnandogli l’appellativo di “re della satira”.

Dall’industria al giornalismo

Dopo il liceo classico e un percorso tra Architettura e Accademia di Teatro, Forattini iniziò la sua carriera lontano dai giornali: operaio, rappresentante di commercio, poi manager discografico. Solo a quarant’anni decise di dedicarsi al disegno, entrando a Paese Sera come impaginatore.
Nel 1973 pubblicò le prime vignette su Panorama e l’anno successivo su Paese Sera: memorabile quella del 14 maggio 1974 sul referendum per il divorzio, in cui Amintore Fanfani veniva trasformato nel tappo di una bottiglia di champagne. Da quel momento il suo nome divenne sinonimo di satira pungente.

Da La Repubblica a Panorama: mezzo secolo di ironia

Nel 1975 fu tra i fondatori di La Repubblica, dove creò l’inserto “Satyricon”, primo spazio italiano interamente dedicato alla satira. Negli anni successivi collaborò con La Stampa e L’Espresso, fino a Panorama, con cui mantenne un lungo sodalizio.
In totale, ha prodotto oltre diecimila vignette, raccolte in 55 volumi pubblicati da Mondadori, che hanno venduto più di tre milioni di copie. Tra le opere più note: Il Forattone 1973-2015 (2015), Arièccoci (2016) e Abbecedario della politica (2017).

Le polemiche e i processi

La sua penna non ha mai risparmiato nessuno, suscitando spesso polemiche e querele – venti in tutto, per sua stessa ammissione, “solo da esponenti della sinistra”. Bersagli delle sue caricature sono stati leader di ogni schieramento: da Bettino Craxi a Enrico Berlinguer, da Giovanni Spadolini a Massimo D’Alema, passando per Romano Prodi, Walter Veltroni e Silvio Berlusconi.
Celebre lo scontro con D’Alema, rappresentato mentre cancellava con il bianchetto i nomi del dossier Mitrokhin: una vignetta che nel 1999 portò a una querela da tre miliardi di lire e segnò l’addio di Forattini a La Repubblica.

Un linguaggio visivo che ha fatto scuola

Forattini aveva una straordinaria capacità di trasformare i politici in personaggi simbolici: Giuliano Amato in Topolino, Walter Veltroni in un bruco, Umberto Bossi in Pluto, Romano Prodi in un prete comunista.
Con ironia e disincanto, raccontò l’Italia del dopoguerra, Tangentopoli, la Seconda Repubblica e i loro protagonisti, sempre in equilibrio tra comicità e provocazione.

Premi e riconoscimenti

Nel corso della sua carriera ricevette numerosi premi per l’umorismo e il giornalismo: il Premiolino, il Premio Satira di Forte dei Marmi, il Pannunzio, l’Hemingway e l’Acqui Storia.
Fu insignito anche dell’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano e della cittadinanza onoraria di Asti.

“Re della satira”, fino all’ultimo disegno

Fino agli ultimi anni, Forattini ha continuato a disegnare e commentare con la matita la vita politica italiana.
Il suo segno resterà indelebile nella memoria collettiva, come quello di un artista capace di trasformare l’attualità in immagine e la risata in pensiero.

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