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14 Novembre 2025 - 21:45
Dopo il via libera dell’Ecofin all’eliminazione delle esenzioni doganali per spedizioni di piccolo valore provenienti da Paesi extra-Ue, l’Italia sta valutando l’introduzione di una tassa di circa 2 euro sui pacchi sotto i 2 chilogrammi. Ecco cosa cambia per consumatori e aziende.
I ministri delle Finanze dei 27 Stati membri hanno deciso di anticipare al 2026 l’applicazione delle nuove regole sulle spedizioni di valore inferiore ai 150 euro, inizialmente prevista per il 2028. L’obiettivo è garantire maggiore equità tra imprese europee e operatori extra-Ue.
Nel 2024 le spedizioni di piccoli pacchi da Paesi extra-Ue hanno superato i 4,6 miliardi di euro, con il 91% proveniente dalla Cina, secondo la Commissione Europea. Il commissario Ue Valdis Dombrovskis ha spiegato che i nuovi dazi mirano a contenere l’aumento delle vendite online dirette ai consumatori europei, assicurando pari condizioni alle aziende del continente.
Stephanie Lose, ministra dell’Economia danese, ha sottolineato che la misura entrerà in vigore con la piena operatività dell’hub dati doganali Ue, una piattaforma centrale che faciliterà i controlli sulle merci. L’accordo prevede quindi un’applicazione temporanea già dal prossimo anno.
Il ministro italiano Giancarlo Giorgetti ha accolto positivamente l’intesa, definendola una risposta alla concorrenza sleale che danneggia il commercio al dettaglio. L’Italia aveva sostenuto a lungo la misura e appoggia l’entrata in vigore anticipata.
La nuova normativa mira a disciplinare i pacchi di basso valore provenienti da grandi piattaforme di e-commerce, in particolare Temu e Shein. Giorgetti ha sottolineato la necessità di regole europee rapide per contrastare l’invasione di prodotti a basso costo che non rispettano le normative del mercato interno.
In Francia, il governo di Sébastien Lecornu sta valutando l’uso della fine delle esenzioni doganali per finanziare misure alternative dopo il congelamento della riforma delle pensioni. Anche in Italia, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha dato il via libera all’ipotesi di una eco-tassa sui pacchi sotto i 2 kg.
Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, ritiene che l’introduzione della tassa avrà un effetto marginale sulle spedizioni dai siti cinesi. “Il mercato si adatterà, e uno o due euro in più non ridurranno l’attrattiva delle piattaforme”, ha dichiarato, evidenziando anche un possibile beneficio derivante dai minori investimenti logistici delle aziende extra-Ue in Italia.
Il comparto moda italiano accoglie positivamente la misura. Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda, sottolinea la necessità di tassare, regolamentare la pubblicità ingannevole e indicare eventuali pericoli dei prodotti. Luca Sburlati di Confindustria Moda evidenzia come la merce cinese arrivi in Italia quasi “invisibile” fino a oggi.
Il Codacons stima un aumento di costi per 9,2 miliardi di euro l’anno, mentre l’Unione Nazionale Consumatori critica i dazi Ue, ritenendoli un aumento artificiale dei prezzi e un freno alla concorrenza.
In Italia, la possibile tassa da 2 euro si inserisce nel dibattito sulle risorse per la Manovra 2026. Alcune modifiche riguardano la tassazione dei dividendi, con eventuali esenzioni per holding che investono almeno un milione di euro nelle società italiane.
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