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Curiosità e tendenze
13 Novembre 2025 - 23:57
Ogni anno, a fine novembre, città e siti di e‑commerce si riempiono di folla e traffico, con milioni di persone pronte a spendere per approfittare degli sconti. È il Black Friday, giornata simbolo dello shopping sfrenato, nata negli Stati Uniti e oggi diffusa in tutto il mondo. Dietro ai carrelli stracolmi e alle code davanti ai negozi si nasconde però una storia curiosa, fatta di leggende, origini concrete e strategie commerciali studiate nei minimi dettagli.
Tra le leggende più discusse c’è quella della schiavitù nel XIX secolo, secondo cui il venerdì dopo il Thanksgiving sarebbe stato un giorno in cui venivano venduti schiavi a prezzi ridotti. Una narrazione intensa ma priva di fondamento documentato.
La vera origine del Black Friday risale agli anni ’50 a Philadelphia, dove il giorno successivo al Thanksgiving era segnato da un caos totale: strade e negozi bloccati, partite di football Army‑Navy e turni della polizia raddoppiati. Il termine Black Friday nacque proprio per descrivere i disagi e il traffico intenso. Negli anni ’60 i grandi magazzini, in particolare Macy’s, trasformarono l’occasione in un evento commerciale, mentre negli anni ’80 e ’90 il marketing lo presentò come il giorno in cui i bilanci passano “dal rosso al nero”.
Il fenomeno è arrivato in Europa negli anni 2000/2010 e in Italia intorno al 2011-2012, inizialmente limitato all’e‑commerce e al settore tecnologico, per poi estendersi a moda, cosmetica, arredamento e alimentari, fino a trasformarsi in un’intera “Black November”. Accanto al Black Friday è nato anche il Cyber Monday, giornata di sconti online il lunedì successivo. Oggi, in Italia, secondo un sondaggio del 2022 di Poste Italiane, partecipano circa 12,7 milioni di persone.
Dietro le offerte e la frenesia dello shopping si nasconde però il lato critico del fenomeno: consumo impulsivo, sprechi e pressione sociale. La narrativa del Black Friday, tra urgenza e convenienza apparente, trasforma gli acquisti in un rituale che spesso supera il reale bisogno, alimentando stress e una cultura del consumo rapido e usa e getta, simbolo di un’epoca dominata dal capitalismo.
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