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L'operazione

Dalla Grecia a Torino per sopravvivere: il viaggio della speranza di Marios e sua madre

Il giovane greco lotta contro una malattia rara e le contro istituzioni del suo Paese, che hanno rallentato fortemente il trasferimento

Dalla Grecia a Torino per sopravvivere: il viaggio della speranza di Marios e sua madre

Vittoria Nallo, consigliera regionale di Italia Viva con la madre di Marios, Evi, all'Ospedale Molinette

Un viaggio della speranza, quello compiuto da Marios, 18 anni, affetto da una rara e gravissima malattia che gli sta devastando fegato e cuore. E ancora di più un viaggio di supporto, incarnato da sua madre, Evi, che negli ultimi giorni ha denunciato pubblicamente il percorso complicato e gli ostacoli istituzionali che hanno segnato il trasferimento dalla Grecia all'Italia. A ricostruire la vicenda è Vittoria Nallo, consigliera regionale di Italia Viva, che ha incontrato Evi e ha raccolto da lei un una testimonianza dolorosa: visite mancate, procedure ferme per mesi, un trapianto di fegato continuamente rimandato, fino al ricovero d’urgenza quando ormai la situazione era divenuta insostenibile. Una spirale di ritardi che, secondo la madre, ha messo a rischio la vita di Marios e ha spinto la famiglia a cercare un’opportunità di cura altrove.

Il trasferimento stesso non è stato semplice. Secondo quanto raccontato, il governo greco avrebbe inizialmente provato a bloccare la partenza per l’Italia, salvo poi fare marcia indietro dopo la denuncia pubblica di Evi e l’ondata di solidarietà esplosa sui social. Ma anche dopo l’autorizzazione formale, la cooperazione istituzionale sarebbe stata minima. L’aereo con a bordo il 18enne è stato fatto atterrare a Pisa, mentre Evi è stata lasciata da sola, in un Paese straniero, senza un piano per raggiungere il figlio trasferito immediatamente all'Ospedale delle Molinette di Torino in ambulanza.

Il racconto di quelle ore drammatiche è affidato direttamente alle parole della madre, nel post pubblicato su Facebook e diventato virale in Grecia: “Siamo atterrati poco prima delle 21. Tutti sull’aereo erano eccezionali e gentili. Mario è salito sull’ambulanza italiana e io sono rimasta sola, con la valigia in mano, senza sapere come sarei arrivata a Torino. Per fortuna mi ha aiutato il console di Livorno, che aveva avvisato la comunità greca: mi hanno accolta a casa loro alle tre di notte e poi accompagnata alla stazione. Ma quanta angoscia, essere così lontana da Mario. Io almeno parlo italiano… cosa farebbe un’altra donna?”.

Il viaggio della vita di Mario inizia qui”, scrive ancora Evi. “A Torino combatterà la sua battaglia per tornare alla normalità. E come mi ha detto prima di essere intubato: ‘Mamma, sarà tutto perfetto. Non aver paura’.” Nel post, la donna ringrazia anche lo staff dell’ospedale di Rio e il rettore dell’Università di Patrasso, gli unici, come ha raccontato, ad averla sostenuta fino alla fine: “Non ci sono parole per ringraziarvi. Marios è un combattente, vincerà. Io prendo forza da lui”.

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