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Il caso

Accusato di tentato omicidio, 17enne evade dal Ferrante Aporti. Ma non era solo

E c'è chi si domanda come mai non sia entrato in funzione l'impianto anti-scavalco...

Accusato di tentato omicidio, 17enne evade dal Ferrante Aporti. Ma non era solo

Un detenuto marocchino di 17 anni, imputato per tentato omicidio, è evaso lunedì dal carcere minorile Ferrante Aporti. Residente a Bergamo, è coinvolto in un’inchiesta per un tentato omicidio avvenuto a Nembro, in provincia di Milano. A Bergamo ha una fidanzata e un figlio. Non era solo. Con lui c'era un altro detenuto che ha provato a scavalcare ma è precipitato, riportando la frattura di una gamba. Ora è ricoverato in ospedale. Il 17enne invece è riuscito a superare la barriera: ha scavalcato il muro del campo sportivo sul lato Sisport e da quel momento è sparito. Le ricerche proseguono senza sosta. L’evasione apre una lunga serie di interrogativi. Il primo: l’impianto anti-scavalcamento era attivo? Possibile che non lo fosse? Da mesi i sindacati della polizia penitenziaria denunciano una carenza strutturale di personale che rende difficile garantire il controllo di tutte le aree sensibili dell’istituto. Al Ferrante Aporti mancano almeno venti agenti. Una voragine organizzativa peggiorata dal trasferimento di parte del personale verso i nuovi istituti minorili di L’Aquila e Lecce. E non è tutto. Secondo fonti, lo stesso evaso sarebbe stato “dimenticato” in cortile appena pochi giorni fa, al termine dell’ora d’aria. Un episodio che, se confermato, indicherebbe un livello di criticità già oltre il limite. Durissimo il giudizio dell’Osapp, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Per il segretario generale Leo Beneduci, non si tratta di una fatalità ma di «una conseguenza di scelte politiche e gestionali fallimentari». Il sindacato da tempo chiede le dimissioni del capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Antonio Sangermano.

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