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Salute e prevenzione

Legionella in aumento anche in Piemonte: cosa sapere e come proteggersi

Dalla malattia dei legionari alla febbre di Pontiac, sintomi, ambienti a rischio e misure preventive per ridurre l’infezione

Legionella in aumento anche in Piemonte: cosa sapere e come proteggersi

Negli ultimi giorni il tema della legionellosi è tornato d’attualità: nella zona di San Siro, a Milano, è stato segnalato un possibile focolaio. Finora sono stati confermati 11 casi, con un decesso e otto persone ricoverate per complicazioni legate all’infezione. Secondo le autorità sanitarie, tutti i pazienti avevano fattori di rischio che aumentano la probabilità di contrarre la malattia.

Cos’è la legionellosi e come si trasmette

La legionellosi è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, noto per proliferare in ambienti caldi e umidi, naturali o artificiali. La malattia è stata identificata per la prima volta nel 1976, quando un raduno della Legione Americana a Philadelphia provocò 34 morti su 221 partecipanti.

Il contagio avviene prevalentemente tramite inalazione di aerosol contenenti il batterio, che può formarsi spruzzando acqua o per contatto con superfici bagnate. Particelle molto piccole raggiungono più facilmente i polmoni, aumentando il rischio di infezione. Raramente, la trasmissione può avvenire attraverso ferite aperte.

La malattia è relativamente rara: nei focolai epidemici, meno del 5% delle persone esposte si infetta. La mortalità varia dal 5-10% nella popolazione generale, ma può superare il 40% nei pazienti immunodepressi non trattati.

La situazione in Italia

Negli ultimi trent’anni, i casi di legionellosi in Italia sono aumentati costantemente, anche se la malattia rimane spesso sottostimata. Nel 2022 sono state segnalate 3.111 infezioni (+14% rispetto al 2021), mentre nel 2023 i casi sono saliti a 3.911, con un incremento del 25%.

Le regioni più colpite sono Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Piemonte, che registrano il 74,9% dei casi. L’incidenza varia sensibilmente tra Nord, Centro e Sud: 96,6 casi per milione al Nord, 67,5 al Centro e 19,9 al Sud.

Chi è più a rischio

La maggior parte dei pazienti ha più di 60 anni e sono prevalentemente uomini (69,2%). Solo una minoranza dei casi è legata a ospedali o strutture ricettive, mentre l’84,4% delle infezioni è di origine comunitaria, cioè senza fonte nota. Inoltre, due terzi dei pazienti presentano patologie croniche o degenerative che aumentano la gravità della malattia.

Dove si trova la Legionella

Il batterio vive sia in ambienti naturali (acque sorgive, fiumi, laghi, fanghi) sia in sistemi artificiali, come tubature, serbatoi, piscine e fontane. Condizioni di calore e umidità favoriscono la sua proliferazione, rendendo certi impianti idrici un potenziale pericolo per la salute umana.

Sintomi e forme della malattia

La legionellosi può manifestarsi in due forme principali:

  1. Malattia del legionario – una polmonite acuta con incubazione di 2-10 giorni. I sintomi includono febbre, tosse produttiva, difficoltà respiratoria, dolore toracico e, nei casi più gravi, alterazioni neurologiche o cardiache.

  2. Febbre di Pontiac – forma più lieve, non polmonare, con sintomi simil-influenzali (febbre, malessere, dolori muscolari e cefalea) che si risolvono in 2-5 giorni.

Cura e prevenzione

La legionellosi si cura principalmente con antibiotici. La prevenzione è fondamentale e si basa su:

  • corretta progettazione e manutenzione degli impianti idrici e di riscaldamento dell’acqua,

  • regolare disinfezione di serbatoi, tubature, fontane e piscine.

Misure tempestive riducono drasticamente il rischio di diffusione del batterio.

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