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Garlasco
17 Dicembre 2025 - 17:30
Un dettaglio apparentemente insignificante potrebbe rivelarsi determinante per le indagini su Andrea Sempio: l’ora in cui Alberto Stasi ha consumato un Estathé, trovato tra i rifiuti della villetta di Garlasco il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi.
Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio della fidanzata, ha raccontato di aver cenato con Chiara la sera precedente al delitto e di essere poi tornato a casa propria. Ma la domanda che resta senza risposta riguarda proprio i rifiuti: appartenevano alla sera del 12 agosto 2007 o alla mattina del 13 agosto, giorno dell’omicidio? La conferma dell’orario di consumo della bevanda potrebbe confermare o smentire la sua versione dei fatti, e di conseguenza influenzare il prosieguo delle indagini su Sempio.
Durante l’incidente probatorio, a distanza di 18 anni, sono stati esaminati per la prima volta gli oggetti presenti nella spazzatura del giorno dell’omicidio. All’epoca, le autorità non ritennero necessario analizzarli, considerando improbabile che l’assassino potesse toccare i rifiuti. Le analisi più recenti hanno rilevato otto impronte: sei su un sacchetto di cereali e due sul sacco della spazzatura, ma nessuna sulla confezione di Estathé né sui biscotti.
Il piccolo barattolo di plastica dell’Estathé, però, ha restituito il DNA di Alberto Stasi sulla cannuccia, confermando che è stato lui a berlo. Resta incerto il momento esatto del consumo: se fosse avvenuto la sera prima, la versione di Stasi rimarrebbe coerente. Se invece la bevanda fosse stata consumata la mattina del 13 agosto, significherebbe che Stasi era in casa di Chiara pochi minuti prima del delitto, mettendo in discussione la sua versione e riducendo la rilevanza delle indagini su eventuali altri sospetti.
I legali della famiglia Poggi sostengono che i nuovi risultati rafforzano l’ipotesi che Stasi abbia fatto colazione con Chiara la mattina del delitto. Allo stesso tempo, notano come nella spazzatura non ci fossero oggetti tipici di una cena, aprendo interrogativi su quando i rifiuti siano stati effettivamente depositati.
Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, ha commentato: "Era prevedibile trovare il DNA di Chiara e Alberto. Se fosse emerso quello di un’altra persona avrebbe avuto maggiore rilevanza, visto che nessun altro ha dichiarato di aver avuto contatti con la vittima. Rimaniamo sereni."
Il caso resta quindi sospeso tra vecchi dubbi e nuove evidenze, mentre l’attenzione si concentra su un dettaglio apparentemente banale, ma che potrebbe chiarire una volta per tutte la dinamica della tragedia di Garlasco.
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