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Fuga di infermieri dall’Ospedale Maggiore di Novara: sette dimissioni in venti giorni

I giovani professionisti lasciano i reparti ospedalieri a causa di carichi di lavoro pesanti, salari bassi e mancanza di prospettive di carriera, denuncia il sindacato Nursind

Fuga di infermieri dall’Ospedale Maggiore di Novara: sette dimissioni in venti giorni

L’ospedale Maggiore di Novara continua a registrare un esodo di infermieri. Secondo quanto segnalato dal sindacato Nursind, solo nelle ultime tre settimane ben sette operatori hanno deciso di lasciare il loro incarico.

“La maggior parte delle dimissioni riguarda giovani professionisti – spiegano dal sindacato – figure che rappresentano il futuro dell’assistenza ospedaliera, ma che scelgono di trasferirsi altrove, verso strutture private con stipendi più alti o altre aziende pubbliche, come la vicina ASL di Novara. Molti sono attratti da opportunità sul territorio e in ambiti di cure primarie, preferendo lasciare i reparti ospedalieri, spesso logoranti e con carichi di lavoro pesantissimi”.

Le cause della fuga

Il pronto soccorso soffre la mancanza di sette infermieri dall’estate scorsa. A questa carenza si aggiunge il malcontento di molti professionisti giovani che, pur con 10-15 anni di servizio, non vedono riconosciute progressioni economiche. Attualmente, 321 infermieri e ostetriche del livello D0 non hanno mai beneficiato di avanzamenti retributivi.

Un ulteriore fattore di disagio riguarda le migliaia di ore di straordinario accumulate, spesso non retribuite o compensate. “Questa situazione crea una vera e propria tempesta perfetta che spinge numerosi infermieri a considerare le dimissioni”, sottolinea Nursind.

Il quadro generale

Il sindacato evidenzia inoltre come, in Italia, uno stipendio medio di un infermiere sia inferiore a quello di molti lavoratori del settore logistico. A ciò si aggiungono aggressioni sempre più frequenti, turni estenuanti, mancanza di percorsi specialistici e assenza di strumenti di valorizzazione professionale. Chi solleva criticità rischia addirittura di essere accusato di allarmismo ingiustificato.

L’allarme dei sindacati mette in luce una situazione critica, che potrebbe influire negativamente sulla qualità dei servizi ospedalieri e sulla stabilità del personale infermieristico del territorio.

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