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Isee 2026, verso una riforma che cambia l’accesso a bonus e aiuti

Più peso ai figli, soglia più alta per la prima abitazione nelle città metropolitane e spinta sull’Isee precompilato per l’accesso a bonus e prestazioni sociali

Isee 2026, verso una riforma che cambia l’accesso a bonus e aiuti

L’Isee torna al centro della Manovra con una possibile revisione delle regole che incidono direttamente sull’accesso a bonus e prestazioni sociali. La maggioranza sta lavorando a un pacchetto di interventi che punta a rendere l’indicatore più aderente alle reali condizioni delle famiglie, intervenendo su tre snodi considerati cruciali: il peso dei figli a carico, il trattamento della prima casa e il rafforzamento dell’Isee precompilato.

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è lo strumento che "mette nero su bianco" la situazione economica complessiva di un nucleo familiare, tenendo conto non solo del reddito, ma anche del patrimonio e della composizione della famiglia. È la chiave di accesso a molte misure sociali, dagli assegni ai bonus, ed è proprio per questo che ogni modifica alle sue regole ha effetti concreti su milioni di cittadini.

Il primo intervento in discussione riguarda le scale di equivalenza, cioè i coefficienti che servono a rapportare redditi e patrimoni al numero e alle caratteristiche dei componenti del nucleo. L’idea è quella di aumentare il peso attribuito ai figli a carico, soprattutto nei nuclei numerosi. In pratica, a parità di reddito, una famiglia con tre o più figli potrebbe vedere scendere il proprio Isee rispetto a oggi, ampliando così le possibilità di accesso a prestazioni e agevolazioni. Si tratta di una scelta che va nella direzione di riconoscere maggiormente i carichi familiari, correggendo un meccanismo che, secondo molti, non riflette pienamente le differenze di spesa tra nuclei piccoli e famiglie numerose.

Un secondo nodo riguarda la prima casa. Un emendamento riformulato alla Manovra 2026 propone di innalzare la soglia di esclusione dal calcolo Isee da 91.500 a 120mila euro. La novità, però, non sarebbe generalizzata: l’aumento varrebbe solo per i nuclei familiari residenti nelle città metropolitane. La ratio è legata ai valori immobiliari: nelle grandi città, una casa con un valore catastale più elevato non sempre corrisponde a una maggiore ricchezza reale, ma spesso riflette semplicemente un mercato immobiliare più caro. Con l’innalzamento della soglia, l’obiettivo è evitare che l’Isee cresca artificialmente, penalizzando famiglie che, nei fatti, non hanno una maggiore capacità economica.

Il testo dell’emendamento sarà votato la prossima settimana e l’esito non è ancora scontato. A rivendicarne l’impostazione è Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, che sottolinea come "la prima casa non sia una ricchezza ma un diritto", principio che la proposta mira a tradurre in pratica.

Il terzo fronte è quello dell’Isee precompilato. L’ipotesi allo studio prevede l’ampliamento delle banche dati utilizzate dall’Inps, includendo anche le informazioni dell’anagrafe nazionale della popolazione residente e del pubblico registro automobilistico dell’Aci. Un rafforzamento che dovrebbe rendere l’indicatore più completo e ridurre errori o omissioni. Nello stesso pacchetto, la modalità precompilata verrebbe spinta come canale preferenziale anche quando ci si rivolge ai Caf, con l’obiettivo di semplificare le procedure per i cittadini e rendere più rapidi i controlli.

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