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Salute e prevenzione

Vaccino HPV: uno scudo più ampio del previsto, ma l’adesione cala

Oltre a ridurre il rischio di tumore cervicale, protegge anche da lesioni precancerose, con massima efficacia se somministrato prima dei 17 anni

Vaccino HPV: uno scudo più ampio del previsto, ma l’adesione cala

Uno studio su oltre 770.000 donne rivela che il vaccino contro il Papillomavirus (HPV) offre una protezione più ampia di quanto comunemente si pensi. Non solo riduce il rischio di tumore della cervice uterina, ma previene anche lesioni precancerose gravi a vulva e vagina, soprattutto se somministrato prima dei 17 anni.

La ricerca, condotta dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicata su JAMA Oncology, ha analizzato i dati sanitari di donne nate tra il 1985 e il 1998, seguendone la storia clinica dal 2006 al 2022. I risultati mostrano che le donne vaccinate hanno un rischio inferiore del 37% di sviluppare lesioni vulvovaginali di alto grado rispetto alle non vaccinate. L’efficacia aumenta significativamente quando il vaccino viene somministrato in giovane età: sotto i 17 anni, il rischio di lesioni gravi si riduce del 55%.

“Il vaccino è più efficace se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale, perché agisce come scudo preventivo, non come cura,” spiega Yunyang Deng, autore principale dello studio. La protezione è massima tra gli 11 e i 13 anni, ma la vaccinazione rimane utile anche in età successiva, proteggendo da ceppi oncogeni non ancora incontrati.

Sebbene lo studio si sia concentrato sulle donne, gli esperti ricordano che l’HPV colpisce anche uomini, provocando tumori all’ano, alla gola e al pene. Proprio per questo, il Karolinska Institutet intende approfondire l’efficacia del vaccino nel sesso maschile e la durata della protezione nel tempo.

In Italia, la vaccinazione anti-HPV è gratuita per ragazzi e ragazze intorno ai 12 anni, con alcune differenze tra regioni. Nonostante il profilo di sicurezza elevato e l’efficacia contro i ceppi più pericolosi, l’adesione resta bassa: circa il 38% tra le ragazze e il 31% tra i ragazzi. La copertura femminile è in calo rispetto a dieci anni fa, quando raggiungeva il 70% per le nate nel 2001.

L’infezione da HPV è molto comune: oltre il 50% delle donne sessualmente attive è colpita almeno una volta da un ceppo ad alto rischio nella vita. I ceppi HPV 16 e 18 sono responsabili del 70% dei tumori cervicali. Nella maggior parte dei casi, l’organismo elimina spontaneamente il virus, ma le infezioni persistenti possono portare a lesioni precancerose e, nel tempo, a carcinoma.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un aumento della copertura vaccinale al 90% entro il 2030 potrebbe ridurre i casi di tumore cervicale dell’89% nei Paesi a basso e medio reddito. La combinazione di vaccinazione e screening potrebbe portare all’eliminazione globale del tumore della cervice entro la fine del secolo.

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