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Il colloquio
27 Dicembre 2025 - 07:15
Marcello Veneziani e il ministro Alessandro Giuli
È un editoriale pubblicato su La Verità ad aver aperto una polemica all’interno del mondo culturale della destra. Marcello Veneziani, filosofo e firma storica del quotidiano, ha tracciato un bilancio critico dell’azione del governo, definendolo privo di un segno riconoscibile e parlando di un «trionfo della mediocritas». Nel suo intervento Veneziani ha precisato di non scrivere per spirito polemico, ma con l’intento di proporre, a fine anno, una valutazione che ha definito «onesta, realistica e ragionata», salvando al tempo stesso la figura della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Alla presa di posizione di Veneziani ha risposto il ministro della Cultura Alessandro Giuli. In un messaggio letto dalla sua responsabile di gabinetto, Valentina Gemignani, durante un evento alla Camera dei Deputati dedicato alla presentazione dei risultati di Ales, il ministro ha criticato duramente l’editoriale, parlando di «nemichettismo» e accusando l’intellettuale di non voler riconoscere i risultati dell’azione di governo. Il tono e il contesto della replica hanno suscitato reazioni anche da parte dell’opposizione, che ha definito inopportuno l’uso di una sede istituzionale per un attacco personale.
Contattato sulla vicenda, Marcello Veneziani ha fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni né replicare direttamente alle parole del ministro. Ha deciso, invece, di farlo indirettamente, raccontando un’altra politica, quella che emerge dalla sua nuova opera “Nietzsche e Marx si davano la mano”. Nel volume Veneziani sceglie di raccontare Marx e Nietzsche attraverso le loro vite e i loro percorsi intellettuali, adottando una forma narrativa piuttosto che quella del saggio teorico. «Di saggi teorici ce ne sono tanti - spiega Veneziani -, io ho tentato di fare un racconto di vita e pensiero, mescolando volutamente la forma narrativa al contenuto saggistico, per rivolgermi a un pubblico più ampio».
Il titolo del libro richiama una convergenza tra due pensatori spesso considerati antitetici. Secondo Veneziani, i due filosofi condividono diversi elementi: «Sono due pensatori del conflitto, critici verso il mondo borghese e la cultura filistea, verso la fede, l’amor patrio e la famiglia, e vedono il pensare strettamente collegato all’agire». Al tempo stesso, le loro differenze restano profonde. Entrambi, osserva l’autore, «continuano a parlare al presente perché hanno anticipato trasformazioni che riguardano la modernità, il capitalismo e la globalizzazione». Nel libro emerge anche una distinzione tra i due filosofi: Marx rivolto alla dimensione storico-sociale, Nietzsche a quella esistenziale.
«L’umanità è la sintesi inevitabile di questi due orizzonti», spiega Veneziani, che individua nel nichilismo contemporaneo non tanto una forza distruttiva «quanto un processo di progressiva dissoluzione del senso». Alla domanda se il nostro tempo abbia ancora bisogno di grandi visioni, Veneziani risponde in modo affermativo, sottolineando però di mantenere vivo il confronto critico: «Mettere a confronto pensieri antitetici è il modo migliore per evitare che le visioni degenerino in fanatismi». Da qui, conclude, l’esigenza di pensare insieme Nietzsche e Marx.
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