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27 Dicembre 2025 - 08:15
L’ultimo rapporto Eurostat sull’housing in Europa, pubblicato nel 2025, mette in luce un andamento atipico del mercato immobiliare italiano. Insieme a Cipro, l’Italia è l’unico Stato dell’Unione europea in cui il prezzo delle case è diminuito nel periodo compreso tra il 2010 e il 2024.
Nel complesso, nell’Ue i valori immobiliari sono cresciuti del 53%, con aumenti registrati in tutti i Paesi membri ad eccezione di Italia e Cipro. Diversa, invece, la dinamica degli affitti, che risultano in crescita anche nel nostro Paese.
Entrando nel dettaglio dei dati, emerge che in Italia il costo delle abitazioni di nuova costruzione è aumentato del 23% tra il 2010 e il 2024. Un incremento nettamente inferiore alla media europea (+56%) e lontano dai picchi registrati in Ungheria, Bulgaria e Romania.
Per quanto riguarda il mercato delle abitazioni acquistate dalle famiglie, il valore medio risulta invece inferiore del 5,5% rispetto al 2010. Il punto minimo è stato raggiunto nel 2019, con un calo del 16,6%, seguito da una successiva ripresa.
Negli Stati più vicini all’Italia, l’andamento è stato opposto. In Francia i prezzi delle case sono saliti del 26,7%, in Spagna del 19% e in Germania del 76,4%.
Ancora più marcato il caso del Portogallo, dove il costo degli immobili è cresciuto del 109%, soprattutto negli anni pre-pandemici, anche grazie a politiche di incentivo per i residenti stranieri.
Il comparto delle locazioni mostra una tendenza comune in quasi tutti i Paesi Ue. Tra il 2010 e il 2024, i canoni di affitto sono aumentati ovunque, con la sola eccezione della Grecia, dove si registra un calo del 16%.
Gli aumenti più consistenti si rilevano in Estonia, Lituania, Irlanda e Ungheria. In Italia, l’incremento degli affitti è stato del 14%, leggermente inferiore alla media europea e simile a quello di Francia e Spagna, ma più contenuto rispetto alla Germania.
Nel 2024, il 68% dei cittadini europei viveva in una casa di proprietà, mentre il 32% era in affitto. Le percentuali più elevate di proprietà si registrano in Romania, Slovacchia, Ungheria e Croazia.
Al contrario, l’affitto è particolarmente diffuso in Germania, seguita da Austria e Danimarca.
Anche la tipologia di abitazione varia in base al Paese e al contesto territoriale. Nell’Ue, il 51% della popolazione vive in una casa, mentre il 48% risiede in un appartamento.
Le case indipendenti sono più comuni in Irlanda, Paesi Bassi, Belgio e Croazia, mentre gli appartamenti prevalgono in Spagna, Lettonia e Malta.
Nei centri urbani, il 73% dei cittadini europei vive in appartamento. Nelle periferie, la distribuzione è più equilibrata, mentre nelle zone rurali l’83% della popolazione abita in una casa indipendente.
Un ultimo tema riguarda la percezione di discriminazione durante la ricerca di una casa. La media Ue è contenuta, intorno al 6%. Le percentuali più alte si registrano in Spagna e Slovenia, mentre i valori più bassi – sotto l’1% – si osservano in Italia, Croazia, Ungheria e Romania.
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