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Il fatto
30 Dicembre 2025 - 12:00
Il tragico episodio avvenuto all’ospedale Cardarelli di Campobasso, dove una madre e la figlia sono decedute per una presunta tossinfezione alimentare, riporta al centro dell’attenzione la sicurezza a tavola proprio nei giorni dei grandi cenoni di Capodanno.
Mentre la magistratura indaga per chiarire se la causa sia stata un fungo velenoso, una conserva alterata o pesce contaminato, gli esperti ribadiscono un concetto fondamentale: la conoscenza degli alimenti e il rispetto di poche ma precise regole di prevenzione possono evitare conseguenze gravissime.
Secondo l’immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione umana, la prudenza non equivale a creare allarmismo, ma rappresenta una forma di tutela della salute basata sulla consapevolezza.
È essenziale saper distinguere un semplice disturbo digestivo da una vera intossicazione alimentare.
La congestione compare quasi subito dopo il pasto e si manifesta con nausea, acidità, pesantezza o vomito, risolvendosi spesso con il riposo.
L’intossicazione grave, invece, è più subdola: i sintomi compaiono dopo 12–24 ore e includono diarrea profusa, crampi intensi, febbre o ittero. Questo ritardo è un segnale critico, perché indica l’azione di tossine che possono colpire fegato e reni.
Un ulteriore campanello d’allarme è il cosiddetto “segnale di gruppo”: se più persone che hanno mangiato lo stesso piatto accusano sintomi simili, è necessario contattare subito un medico o un Centro Antiveleni.
I funghi sono tra gli alimenti più pericolosi. Devono provenire esclusivamente da filiere commerciali controllate. Se regalati da raccoglitori amatoriali, è indispensabile la verifica da parte degli ispettorati micologici delle ASL.
Un errore comune è pensare che la cottura renda tutto sicuro: molte tossine sono termostabili e resistono alle alte temperature.
Le conserve sott’olio possono favorire lo sviluppo del botulino se non preparate correttamente.
Segnali come tappi gonfi, bollicine, odori anomali o fuoriuscite di liquido impongono di non assaggiare il prodotto: la tossina botulinica è estremamente potente anche in quantità minime.
La Listeria è particolarmente insidiosa perché non altera odore né sapore e riesce a moltiplicarsi anche a temperature di frigorifero.
Si trova spesso in formaggi molli, salumi affettati, salmone affumicato e paté. È molto pericolosa per donne in gravidanza, anziani e immunodepressi.
La prevenzione passa da una corretta conservazione degli alimenti e dal mantenimento del frigo a 4°C.
Il consumo di pesce crudo (tartare, carpacci) espone al rischio di Anisakis se non correttamente abbattuto.
I molluschi (cozze e ostriche), essendo filtratori, possono accumulare virus come epatite A e norovirus. È fondamentale acquistare solo prodotti tracciabili e ben etichettati.
Durante i pasti festivi, l’eccesso di alcol rappresenta un ulteriore fattore di rischio. Il fegato, già impegnato a metabolizzare grassi e zuccheri, può subire un sovraccarico tossico.
La moderazione non è una rinuncia, ma una vera protezione biologica.
La medicina non vuole togliere il piacere della festa, ma aggiungere consapevolezza.
Conoscere la provenienza dei cibi, rispettare le regole igieniche e rinunciare a ciò che appare anche solo sospetto è la scelta più sicura.
Festeggiare in modo responsabile significa trasformare il cenone in un momento di condivisione e serenità, evitando rischi inutili per sé e per gli altri.
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