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Tradizioni piemontesi

Capodanno in Piemonte: tradizioni, superstizioni e riti di buona sorte

Dal fuoco dei falò alle “streine”, scopri come il Piemonte celebra il passaggio al nuovo anno tra usanze antiche e cibi simbolici

Capodanno in Piemonte: tradizioni, superstizioni e riti di buona sorte

Come ogni festa importante, anche il Capodanno è ricco di tradizioni e superstizioni che accompagnano da sempre il passaggio al nuovo anno. Scopriamo insieme alcune delle pratiche più tipiche del Piemonte.

La fortuna al centro dei riti
In Piemonte, come in molte altre regioni, il tema dominante delle celebrazioni di Capodanno è sempre stata la buona sorte. Nei tempi passati, era diffusa l’usanza di accendere grandi falò, che simboleggiavano la purificazione dalle sventure dell’anno appena concluso. Questi fuochi avevano anche un significato agricolo: aiutavano il sole a rinvigorirsi dopo l’inverno e a portare energia a uomini, animali e campi.

Le “streine” e i doni della tradizione
Un’altra consuetudine tipica riguardava le “streine”, piccoli regali consegnati ai bambini che bussavano di casa in casa. Spesso erano doni semplici, come frutta secca o pupazzi di pane, e servivano a propiziare prosperità e abbondanza per l’anno nuovo.

Riti e superstizioni del primo giorno dell’anno
Secondo le credenze popolari, la mattina di Capodanno era importante il primo incontro della giornata. Incontrare una persona del sesso opposto o specchiarsi appena svegli portava fortuna, mentre il contatto con un prete, una suora, una persona anziana o gobba era considerato di cattivo auspicio. Fortuna era invece simboleggiata dal passaggio davanti a un carro pieno di fieno, un cavallo bianco o un frate.

Alcune pratiche miravano a liberarsi delle preoccupazioni: gettare vecchi oggetti dalla finestra era un gesto propiziatorio per iniziare l’anno senza affanni. E per attirare ricchezza e abbondanza, non potevano mancare a tavola lenticchie, 12 acini d’uva nera o datteri durante la notte di San Silvestro.

Il cibo come protagonista
Il piatto più rappresentativo del cenone piemontese è il bollito misto. La sua preparazione segue una regola speciale: il numero 7. Questo si applica ai tagli di carne, alle frattaglie, ai contorni e alle salse, tutti rigorosamente in sette varietà, per garantire un pasto fortunato e abbondante.

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