Stanchi, vecchi e troppo pochi: sono i vigili del fuoco di Torino e provincia, che da mesi lamentano problemi di personale che rischiano di mandare al collasso il sistema del soccorso. Ora vanno oltre: ieri il sindacato Uilpa ha allestito un presidio in piazza Castello, sotto la Prefettura. Sabato 17, invece, ci sarà uno sciopero di tutte le sigle con una manifestazione nella sede del Comando provinciale, in corso Regina Margherita: «Per 4 ore garantiremo solo gli interventi urgenti» anticipano gli organizzatori. Tutto questo è sintomo della rabbia e della frustrazione dei vigili del fuoco: «Ci chiamano eroi ma si ricordano di noi solo per qualche giorno, in occasione delle calamità».
Già a giugno avevano presentato i numeri della crisi: il Comando di Torino dovrebbe avere 273 addetti qualificati e 486 vigili. Invece sono 203 e 435. Risultato, mancano 121 unità: «Questo ricade sul servizio reso ai cittadini e sui carichi di lavoro» insistono i delegati. Anche perchè sono in difficoltà pure i pompieri volontari sparsi per la provincia, alle prese con organici sempre più ridotti. Da qui l’idea di manifestare per chiedere il potenziamento del personale, anche per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici: « L’ideale sarebbe aumentare del 30% i pompieri e del 70% gli amministrativi - calcolano Massimiliano Smiriglia e Antonio Mazzitelli - Tra chi c’è ancora, l’età media è molto alta e saranno tantissimi quelli che andranno in pensione nel giro di due anni».
Si parla di altre 150 unità a livello locale e 5mila in tutta Italia: «Per subentrare, si sono fatti avanti in 15mila ma probabilmente ne entreranno 2.500. La situazione è drammatica». Le difficoltà si ripercuotono già sul servizio: «Spesso non possiamo andare in ferie perchè non riusciremmo a garantire il numero minimo per fare le squadre. Si tampona con straordinari pagati sei mesi dopo e correndo da un intervento all’altro, con tutti i rischi del caso. E non abbiamo più l’unità logistica in distaccamento: quando usciamo, dobbiamo chiudere tutto. Altro che aprire una nuova sede in centro, come si è discusso in Comune».
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Il sindacato aggiunge una serie di altre rivendicazioni: «Chiediamo regole adeguate sulla salute e sicurezza degli operatori: rispetto al resto della popolazione, i vigili del fuoco hanno il 9% in più di possibilità di ammalarsi di cancro e un tasso di mortalità del 14% più alto. Inoltre aspettiamo ancora il riconoscimento degli arretrati del contratto 2019/2021, appena rinnovato ma già scaduto. Infatti chiediamo l’avvio dei negoziati per il triennio 2022/2024». Si spera nel nuovo Governo: «Il ministro Luciana Lamorgese è stato “latitante” e ormai è in scadenza. Ci auguriamo che il suo successore intervenga sull’emergenza del personale. Altrimenti il sistema collassa».
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