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13 Ottobre 2022 - 07:00
Un plebiscito per l’ora legale. E’ quanto emerge dalle affermazioni dei torinesi intervistati nella giornata di ieri (oltre al sondaggio lanciato online qui). Residenti in città, lavoratori, turisti in visita a musei e monumenti. La stragrande maggioranza è favorevole a non spostare le lancette indietro di un’ora il 30 ottobre, abolendo l’ora solare. Simonetta e Giancarlo stanno passeggiando per i giardini Reali, ammettono di non aver letto dell’indagine della Società italiana di medicina ambientale - un miliardo risparmiato in un biennio mantenendo l’ora legale - ma non vogliono cambiare ora. «Per me è più comodo non spostare le lancette e lasciarle così», afferma Simonetta. «Guadagneremo un’ora di luce, non è poco», gli fa eco Giancarlo. A spasso per i giardini Reali ci sono anche Nadia e Renzo. «Mio figlio abita in Svezia - esordisce Nadia - e mi dice che anche gli svedesi vorrebbero abolire l’ora solare e tenersi l’ora legale». «Sono in pensione, a me cambia poco, ma penso alle esigenze degli altri ed è meglio lasciare l’ora legale», dice Renzo. Chi vive a Torino ma arriva dall’estero è Eigil, danese. «Mi dà fastidio cambiare l’ora - rivela - e capisco anche le persone che faticano a svegliarsi un’ora prima. Poi l’alternanza è stata pensata molti anni fa per risparmiare energia, ma per come usiamo oggi l’elettricità quel risparmio è minimo. Anche in Danimarca abbiamo il cambio d’ora e per me è scomodo».
Il risparmio, se abolissimo l’ora legale, sarebbe di 420 milioni di kilowattora, e l’Italia ridurrebbe i costi di almeno 190 milioni di euro come calcolato da Terna, società che gestisce la rete di trasmissione nazionale. «Io lascerei l’ora legale anche per un discorso di continuità, ormai abbiamo il nostro ritmo e cambiando l’ora rischiamo di creare disagi alla gente», afferma Danilo. A pensarla in questo modo non sono solo torinesi e turisti a passeggio, ma anche i lavoratori. Come i tassisti che ogni giorno stazionano a fianco della stazione di Porta Nuova. Così Raffaele: «Io non ho mai capito perché si cambia l’ora. Dovrebbero lasciare l’ora legale e basta, cambiare non serve a nulla se non porta a un risparmio». Poi aggiunge: «Se devo pensare al mio lavoro, non mi cambia nulla. Per me è lo stesso. Sole, neve, ghiaccio, pioggia, io fin dal mattino sono già nel taxi a portare in giro i clienti».
L’alternanza tra ora legale e solare in Italia risale al 1966. Ma l’introduzione dell’ora legale è ancora più antica, datata 1916. Cingolani, ministro del dimissionario governo Draghi, aveva scartato l’ipotesi di abolire l’ora solare: «Non è utile per il risparmio mantenere l’ora legale». Ma il nuovo governo di centro-destra potrebbe lasciare l’ora legale tutto l’anno. La maggior parte dei torinesi, intanto, la decisione l’ha presa: basta ora solare. Sono in pochissimi a pensarla diversamente. Tra questi c’è Giuseppe, storico barbiere di via Saluzzo: «Io lascerei tutto così com’è. Sono abituato a spostare indietro le lancette a fine ottobre e a metterle un’ora avanti a marzo».
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