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Bloccato il bonus casa: a rischio 4mila imprese. «Famiglie sul lastrico»

Bonus
Il mondo dell’edilizia e delle costruzioni è in rivolta contro il governo che con l’ultimo decreto legge ha bloccato la cessione del credito per i nuovi interventi e i bonus edilizi con sconto in fattura. Un duro colpo per le imprese che negli ultimi mesi si sono moltiplicate a causa delle agevolazioni e che adesso rischiano il fallimento. L’analisi condotta da Cna evidenzia che le imprese a rischio, solo nella provincia di Torino, sono ben 2mila, circa il doppio in tutto Piemonte. «Divieto assurdo» Secondo la stima dell’Ance invece sarebbero circa 2.500 le imprese a rischio in Piemonte. «Questa notizia ci getta nel più profondo sconforto in quanto mette a rischio la tenuta socio economica della regione Piemonte, soprattutto in assenza di una soluzione strutturale da parte del governo centrale - sottolinea il presidente dell'Ance Piemonte Valle d’Aosta, Paola Malabaila. «Assurdo il divieto imposto alle autorità locali e ad altre pubbliche amministrazioni di acquisire crediti incagliati, rappresenta una condanna per decine di migliaia di imprese, migliaia di famiglie che rischiano di trovarsi in condizioni finanziarie difficili e centinaia di migliaia di lavoratori impiegati nel settore, che rischiano di perdere il loro impiego - continua Malabaila -. Abbiamo inviato una lettera al presidente Cirio e all’assessore al bilancio Tronzano, chiedendo loro di intervenire e di rappresentare la gravità del problema a livello nazionale poiché le conseguenze negative colpiranno duramente il nostro territorio». Trema il sistema casa Le preoccupazioni riguardano non soltanto i costruttori ma tutti gli artigiani che lavorano nel sistema casa «rappresentato da oltre 50mila imprese e 80mila addetti» fa presente Enzo Tanino, presidente di Confartigianato Piemonte Edilizia. «Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema - sottolinea - invece non solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il governo ha bloccato la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti. Con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con il problema irrisolto dei crediti incagliati sia a non poter operare più su nuove potenziali commesse legate ai bonus». Secondo Confartigianato Piemonte il blocco previsto nel decreto coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva di poter continuare ad operare anche attraverso i bonus fiscali: «Viene quindi a mancare uno degli aiuti esistenti per raggiungere gli obiettivi “green” che la Comunità Europea è procinto di approvare. Anche il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta l’eliminazione di un altro possibile aiuto nello sblocco dei crediti incagliati» evidenzia il presidente di Confartigianato Piemonte, Giorgio Felici. «L’in tervento sugli enti pubblici - aggiunge - di fatto, fa tramontare la tanto apprezzata iniziativa di far acquistare dalla Regione Piemonte 50milioni di euro di crediti: questo è un fatto gravissimo». Imprese cassaintegrate L’effetto del decreto ha allarmato anche i sindacati di categoria. «È preoccupante che dopo un periodo di ripresa si metta a rischio la tenuta del settore con migliaia di posti di lavoro che potrebbero essere persi anche in Piemonte. Ci risulta che imprese edili abbiano già richiesto la cassa integrazione - dichiara Massimiliano Campana, segretario generale Filca Cisl -. Servono politiche di sviluppo dell’edili - zia con misure stabili e strutturali, sulla qualificazione delle imprese, sulla formazione dei lavoratori e sulla prevenzione in materia di sicurezza
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