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Il caso
21 Dicembre 2025 - 17:30
Parallelamente, nella stessa giornata, è stata avviata un’operazione straordinaria di pulizia e rimozione dei graffiti dal colonnato e dai portici di piazza Vittorio Veneto
"Gli hanno pure detto: "Lasciatemi un po' di vernice che finiamo noi", ma nulla. Il discorso è che il Comune ha chiesto di fare solo i portici". A parlare è Niccolò Palmieri, titolare de La Prosciutteria, uno dei negozi di piazza Vittorio Veneto che neanche un mese fa, a seguito di una manifestazione contro la violenza sulle donne, vedeva i muri vicini al proprio esercizio imbrattati da scritte con le bombolette spray e frasi insultanti da parte di alcuni partecipanti del collettivo "Non una di meno".
Così all'indomani del loro appello corale al sindaco di Torino Stefano Lo Russo di restituire decoro alla piazza e ai loro portici storici, il Comune aveva risposto con una pulizia "straordinaria", una sorta di "presente di Natale", che anticipa il piano del Comune 2026 per la rimozione dei graffiti, uno dei tanti target del nuovo anno per Lo Russo, assieme alla fine di alcuni importanti cantieri, come quello di via Roma. Ma un regalo a metà.
"Il colonnato è stato oggetto di vandalismo grafico - aveva spiegato l'assessora alla Manutenzione viaria Chiara Foglietta qualche giorno fa - così andremo, con questo intervento, a ripristinare il decoro e restituire l'area in tutta la sua bellezza a torinesi e turisti che vi poseranno il loro sguardo passandoci in queste festività natalizie". Due giorni di lavoro da parte degli imbianchini pubblici di Amiat, ma ad essere ripulite solo le colonne. "Il Comune non ci aveva avvisato né che sarebbero venuti a ripulire, né cosa avrebbero ripulito", aggiunge Palmieri.
A sottolineare il lavoro a metà è l'ex parlamentare FI Deodato Scanderebech: "Si celebra la pulizia del colonnato ma restano ancora tutti i graffiti sulle facciate interne. Chi se ne occupa? E soprattutto chi paga davvero questi interventi?", chiede tramite un post sui social.
"Eppure bastava pochissimo in più. I portici il titolare li aveva ripuliti da poco. E invece è di nuovo una porcheria", aggiunge Cristian Gai, dipendente del negozio di abbigliamento Vintage55, pochi civici più avanti, al 22. "Da tre anni a questa parte quando ci sono cortei non si capisce più nulla", incalza. Non nega un po' di timore per l'epilogo della manifestazione di ieri pomeriggio, quando la Gran Madre si è trasformata nel megafono di Askatasuna, con tanto di insulti al Governo e al sindaco Lo Russo.
Un caso che ricorda il precedente di via Po, anch'essa deturpata in più occasioni da writers improvvisati nel corso di cortei erranti per la città. Anche qui l'inaugurazione della via, dopo i lavori di riqualificazione durati quasi due anni, aveva messo la "pezza" ai graffiti. Durata, come in piazza Vittorio, quel che è durata.
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