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25 Aprile 2025 - 11:00
Instagram (Profilo: ursulavonderleyen)
Londra riallaccia i fili con Bruxelles. E lo fa con passo deciso ma attento, nel segno della difesa comune e delle nuove generazioni. Il premier britannico Keir Starmer e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen si sono incontrati ieri a Downing Street: cordialità in pubblico, convergenze sostanziali in privato. Il risultato? Un’intesa in cantiere su due fronti strategici: cooperazione militare e mobilità giovanile.
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Dietro le strette di mano e gli scatti ufficiali, la sostanza politica: Londra vuole rientrare nei giochi europei. Vuole accedere al nuovo fondo Ue per la difesa – 150 miliardi in palio – e tornare a sedersi, se non al tavolo decisionale, almeno nei progetti comuni. In cambio, offre collaborazione industriale, logistica militare, sviluppo tecnologico condiviso. Insomma, un Regno Unito meno “splendidamente isolato” e più partner operativo.
Ma il ritorno all’Europa, per Starmer, è un esercizio di equilibrismo. Perché se a Bruxelles si applaude al “ritorno del buon senso”, a Washington si osserva con diffidenza. Trump – ancora lui – guarda con sospetto ogni segnale di riavvicinamento Ue-Londra. E Downing Street lo sa. Oggi infatti la cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves volerà nella capitale americana per ammorbidire i dazi e strappare un accordo commerciale. La priorità è non irritare l’alleato transatlantico.
Sul fronte interno, invece, la minaccia ha un nome e un volto: Nigel Farage. Il leader di Reform – l’ennesima reincarnazione dell’euroscetticismo duro e puro – è pronto a gridare al “tradimento della Brexit” non appena fiuta un’apertura verso Bruxelles. E Starmer non può permettersi di riaccendere le fiamme del 2016.
Eppure, qualcosa si muove. Anche sul fronte giovanile. Dopo mesi di gelo, Londra ha riaperto i dossier sulla mobilità per under 30. Un nuovo sistema di visti, più flessibile, potrebbe presto nascere. Lo chiedono oltre 60 deputati laburisti, lo sollecita l’opinione pubblica. E lo impone il buon senso: isolare le nuove generazioni è un errore che nessuna geopolitica giustifica.
Il vertice del 19 maggio potrebbe ufficializzare questa nuova stagione. Una stagione dove Regno Unito e Ue – amici, europei, come ha scritto von der Leyen – tornano a collaborare. Non sarà un ritorno, ma forse una nuova forma di vicinanza. Più pragmatica, meno ideologica. Una collaborazione senza bandiere da sventolare, ma con obiettivi da costruire.
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