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DAZI USA
03 Maggio 2025 - 11:00
Il 3 maggio sono entrati ufficialmente in vigore i dazi del 25% imposti dagli Stati Uniti sull’importazione di motori, cambi e altre componenti essenziali per l’assemblaggio delle automobili. Il provvedimento fa parte di una serie più ampia di misure protezionistiche annunciate dal presidente Donald Trump negli ultimi mesi. Secondo diversi analisti, l’impatto di questi dazi si farà sentire rapidamente su tutta la filiera automobilistica: dall’aumento dei prezzi delle auto nuove e usate, al rincaro dei costi per riparazioni e assicurazioni. Il settore auto negli Stati Uniti è infatti fortemente dipendente dall’estero: circa la metà dei veicoli venduti nel paese è importata, e quasi il 60 per cento delle componenti impiegate negli impianti di assemblaggio proviene da fuori confine.
Nonostante questa dipendenza, l’industria automobilistica è stata uno dei comparti più colpiti dalla politica commerciale dell’amministrazione. Già il 2 aprile erano entrati in vigore dazi del 25 per cento sulle importazioni di automobili finite, e il nuovo pacchetto approvato in maggio amplia ulteriormente il campo d’applicazione.
Nei giorni scorsi Trump ha però fatto alcune parziali concessioni, esentando le case automobilistiche dal pagamento di ulteriori dazi su acciaio, alluminio e alcune importazioni da paesi partner come Canada e Messico. L’obiettivo dichiarato della Casa Bianca è quello di incentivare la produzione nazionale, rendendo più conveniente fabbricare auto e componenti negli Stati Uniti. Ma secondo numerosi esperti si tratta di un risultato difficile da ottenere nel breve termine, non solo per le complessità logistiche, ma anche per l’incertezza generata da una comunicazione imprevedibile e altalenante da parte dell’amministrazione.
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