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Il Borghese

La (ex) Fiat venduta a pezzi? Ecco perché la cura Elkann non funziona

Dopo Comau, tocca a Iveco e Maserati. Il Sudamerica conta più dell'Italia

La (ex) Fiat venduta a pezzi? Ecco perché la cura Elkann non funziona

La cura Elkann? Non funziona. In compenso, fra rumors e manovre reali di mercato, spiccano due cose: la vera Fiat, ormai, è in Sudamerica. E il nipote dell’Avvocato sta vendendo (a pezzi) l’ex impero del nonno, «facendo cassa invece di investire», come dicono i sindacati?

“Cura Elkann”, dicevamo: dal 1° dicembre, giorno effettivo delle dimissioni di Carlos Tavares, a oggi sono cinque mesi del quarto produttore globale di automobili senza un amministratore delegato. Elkann ha assunto di fatto la guida, accentrando posizioni e competenze, come se nel momento della rottura fra il manager portoghese e il cda non ci fosse un piano B pronto (manco richiamare Mike Manley, che ormai fa il “concessionario d’auto”). Una mossa assurda, rischiosa.

E così, il Gruppo appare fragile, in balia dei venti (del mercato, dei dazi, degli umori di Donald Trump che pure Elkann ha finanziato), «i francesi comandano» come denuncia parte dei sindacati, per l’America si prospettano tagli «protettivi della redditività», l’unica Fiat che dà soddisfazione è quella in Sudamerica. Qui, notiamo consegne in crescita del 19%, ricavi in aumento del 6%, quota sul fatturato che sale dall’8% al 10%. Ma attenzione: come annota Gabriel Debach, market analyst di eToro, «la crescita è quantitativa, non qualitativa: il ricavo medio per veicolo è sceso dell’11%, da 19.580 a 17.430 euro». Più volumi, ma a prezzi più bassi. Strategia da breve termine: si naviga a vista, come dimostra il “congelamento” della guidance.

Nel frattempo, dopo che Exor ha ceduto azioni Ferrari per 3 miliardi, e nonostante una smentita di un portavoce, Maserati appare destinata alla vendita (ai cinesi di Chery interessa) e, dopo Comau, potrebbe toccare alla divisione Iveco Defence, valutata oltre 1,3 miliardi. Elkann sta facendo cassa, quindi? Per un sempre maggiore disimpegno dall’auto, forse?

Dal Gruppo si ribadisce che entro giugno arriverà il nuovo ceo: con quale visione/strategia? La deadline di metà anno era voluta o, come si mormora, nessuno ha accettato l’offerta?

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