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Economia

Nissan cerca ossigeno: maxi piano da 7 miliardi di dollari per evitare il collasso

Tra obbligazioni, cessioni di asset e tagli, la casa giapponese prova a resistere alla crisi. Ma il futuro resta incerto, tra dazi USA e impianti da chiudere

Nissan cerca ossigeno: maxi piano da 7 miliardi di dollari per evitare il collasso

Un piano di rifinanziamento da oltre 1.000 miliardi di yen – pari a circa 7 miliardi di dollari – per non affondare. È la manovra che Nissan, uno dei pilastri dell’industria automobilistica giapponese, si prepara a lanciare per fronteggiare una situazione finanziaria sempre più precaria. A riferirlo è Bloomberg, che ha avuto accesso a documenti interni dell’azienda. Al centro del piano, firmato dal nuovo CEO Ivan Espinosa, ci sono obbligazioni ad alto rendimento, titoli convertibili, la cessione di asset strategici e un prestito garantito dal governo britannico. L’obiettivo è chiaro: evitare che le operazioni industriali vadano in crisi prima del 2026, anno in cui scadranno circa 5,6 miliardi di dollari di debito.

Secondo i piani, Nissan intende emettere fino a 630 miliardi di yen in obbligazioni convertibili e ad alto rendimento denominate in dollari ed euro. A ciò si aggiunge un prestito sindacato da 1 miliardo di sterline (circa 1,4 miliardi di dollari), garantito dalla UK Export Finance, l’agenzia britannica per il sostegno all’export. Un’operazione di salvataggio che si completa con la vendita di partecipazioni – comprese quote in Renault, la storica casa madre francese, e nella società di batterie AESC Group – e la cessione di impianti produttivi in Sudafrica e Messico. In programma anche un’operazione di sale-and-lease-back per la sede centrale di Yokohama e vari immobili statunitensi.

Accanto agli strumenti finanziari, il piano prevede una pesante ristrutturazione industriale. Espinosa ha annunciato il taglio di 20.000 posti di lavoro e la chiusura di 7 stabilimenti su 17 entro marzo 2028. Solo in Giappone, due siti produttivi chiuderanno a Oppama e Hiratsuka, vicino Yokohama, con un impatto sul 30% della produzione nazionale. Il drastico ridimensionamento segue il fallimento delle trattative per una fusione con Honda, naufragate anche per l’indisponibilità di Nissan ad accettare tagli più profondi.

I documenti interni rivelano un quadro preoccupante: senza nuovo capitale, Nissan potrebbe esaurire la liquidità disponibile entro marzo 2026, in particolare se dovessero rimanere in vigore i dazi statunitensi introdotti ad aprile dall’amministrazione Trump (25% sull’import di auto). Le stime più pessimistiche parlano di una perdita operativa di 450 miliardi di yen nell’attuale anno fiscale, che scenderebbe a 300 miliardi in uno scenario senza dazi: in entrambi i casi, sarebbe il peggior bilancio nella storia della casa.

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