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Economia
29 Maggio 2025 - 22:55
Nel 2024 l’Italia ha mantenuto stabile il suo export, superando i 623 miliardi di euro nonostante un contesto globale segnato da crisi geopolitiche, rallentamento economico, inflazione e difficoltà industriali in Europa, Germania in primis. Un risultato tutt’altro che scontato, frutto soprattutto della tenacia delle imprese italiane che, a partire dalla crisi del 2008, hanno puntato con decisione su tecnologia e innovazione, riuscendo non solo a mantenere, ma in molti casi a rafforzare la loro presenza sui mercati esteri.
Il quadro settoriale rivela sorprese: l’Italia non è solo sinonimo di moda e alimentare, ma si conferma potenza nella meccanica, nella farmaceutica e nella componentistica. Il settore farmaceutico, in particolare, si posiziona come il primo per quota sull’export totale, smentendo chi ancora associa il “made in Italy” esclusivamente a cibo e calzature. Le macchine industriali e la moda resistono con forza, nonostante le turbolenze internazionali.
Significativo anche l’aumento delle esportazioni nel comparto autoveicoli e componenti, trainato dalla filiera della subfornitura, più diffusa e radicata di quanto si immagini.
Sul fronte geografico, l’Europa resta il principale mercato di sbocco, con oltre il 66% delle esportazioni italiane. L’Unione Europea a 27 assorbe il 51% del totale, con Germania, Francia e Spagna a fare da motori, ma segnali di crescita arrivano anche da mercati emergenti come Polonia e Romania. Tra le destinazioni extraeuropee, l’America del Nord, in particolare gli Stati Uniti, rappresenta l’11,4% delle esportazioni, seguita dall’Asia orientale (Cina, Giappone, Corea), dal Medio Oriente e, più distanziata, dall’America Latina.
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