La Germania è sull'orlo di una nuova crisi economica. Secondo la Bundesbank, la guerra commerciale con gli Stati Uniti rischia di trascinare il Paese in un’altra recessione per almeno due anni. Se i dazi annunciati dal presidente Trump verranno applicati senza indugi e l’Europa risponderà con misure simili, il PIL tedesco potrebbe scivolare giù dello 0,5% già quest’anno, e continuare a perdere terreno fino al 2026. La situazione è grave e le prospettive non sono affatto rosee.
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Le previsioni della Bundesbank arrivano in un momento di fragilità per l'economia tedesca, che già nel 2023 e nel 2024 aveva registrato una contrazione, rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2%. A ostacolare la ripresa ci sono numerosi fattori, come l'alto costo dell'energia, la crescente concorrenza da parte dei Paesi asiatici e una domanda di veicoli tradizionali in calo. Inoltre, l'incertezza legata alla politica commerciale degli Stati Uniti ha influito negativamente sulle aspettative degli imprenditori e dei consumatori.
A peggiorare ulteriormente il quadro, la Bundesbank prevede che le esportazioni tedesche, cuore pulsante dell’economia, subiranno una brusca frenata nel 2025, con un recupero che si annuncia solo parziale nel 2026. Per il 2025, la crescita del PIL potrebbe essere praticamente ferma, mentre nel 2026 la crescita stimata si fermerebbe a un modestissimo +0,7%. Queste cifre sono ben al di sotto delle previsioni più ottimistiche fatte dal governo tedesco e dalla Commissione Europea. Anche l'inflazione, seppur in calo, rimarrà sopra i target della Banca Centrale Europea, con una previsione di 2,2% nel 2025.
Nonostante questo scenario difficile, la Bundesbank spera che l’aumento della spesa pubblica, agevolato da una revisione delle regole fiscali, possa dare impulso all’economia verso la fine del 2027. Tuttavia, questo potenziale recupero è ancora lontano, e la strada da percorrere appare lunga e piena di incertezze.