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Knapp Italia, dove l’automazione parla umano e presta attenzione alle persone

Tecnologie all’avanguardia: il modello di Stefano Novaresi rivoluziona la logistica rendendola più flessibile, sicura e strategica

Knapp Italia, dove l’automazione parla umano e presta attenzione alle persone

L’automazione non è una minaccia, ma un’opportunità per valorizzare il fattore umano. In un mondo in cui l’innovazione spesso corre più veloce della consapevolezza, Knapp Italia ribalta la prospettiva: al centro dell’intralogistica avanzata non ci sono solo robot e algoritmi, ma soprattutto le persone. È questa la visione portata avanti dalla filiale italiana della multinazionale austriaca Knapp AG, terzo operatore globale nel settore dell’automazione logistica.

A guidare questo cambio di paradigma è Stefano Novaresi, ingegnere, docente universitario e CEO di Knapp Italia. Nelle sue parole, la logistica assume un volto nuovo: “Non vendiamo prodotti, ma costruiamo partnership”, afferma. “L’intelligenza non è solo un insieme di tecnologie avanzate, ma la capacità di trasformare i dati in valore”. E quel valore nasce sempre da una relazione: con il cliente, con gli operatori, con le filiere produttive.

Il motto è chiaro: tecnologia e contatto umano devono camminare insieme. Durante la pandemia, quando molte aziende hanno frenato, Knapp ha spinto sull’acceleratore, anticipando un cambiamento strutturale: “Le catene del valore tradizionali sono crollate”, ricorda Novaresi, “e solo chi ha saputo adattarsi con rapidità ha resistito. L’automazione è diventata sinonimo di resilienza”.

Oggi, la logistica è vista come un asset strategico, non più un semplice supporto operativo. E Knapp può contare su una struttura solida e controcorrente: è una delle poche multinazionali del settore ancora controllate dalla famiglia fondatrice, con una visione di lungo periodo che le permette di investire 100 milioni l’anno in R&S. Un dettaglio non da poco in un mercato dominato dalla pressione dei risultati trimestrali.

Non basta un robot all’avanguardia”, avverte il CEO. Per progettare sistemi efficaci servono competenze ingegneristiche, informatiche, economiche e la capacità di ascoltare il cliente. È così che Knapp ha realizzato centri distributivi innovativi partendo da numeri grezzi, trasformati in flussi e poi in soluzioni concrete. Un processo che mostra come la complessità possa diventare semplice, se affrontata con metodo e visione.

Il vero snodo è culturale. “Non si possono aggiornare le persone come si fa con un software”, sottolinea Novaresi. Serve un percorso di change management, capace di ridurre le resistenze e costruire fiducia. Il risultato? Ambienti più sicuri, meno fatica, una maggiore soddisfazione. Knapp non si limita alla consegna dell’impianto, ma accompagna il cliente nel tempo, offrendo formazione, assistenza e ottimizzazione continua.

Con 8.300 dipendenti in 60 Paesi e 85 in Italia, Knapp continua a crescere. Il suo segreto è un’automazione che non rincorre la novità fine a sé stessa, ma abilita nuovi modelli di business, guardando all’efficacia prima che all’efficienza. Perché, in fin dei conti, la vera innovazione è quella che migliora la vita e il lavoro delle persone.

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