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Economia

Dazi USA-UE, Bruxelles apre al dialogo ma minaccia ritorsioni

La Commissione Europea sarebbe disposta ad accettare un dazio fisso del 10% su tutte le esportazioni verso gli Stati Uniti

Dazi USA-UE, Bruxelles apre al dialogo ma minaccia ritorsioni

Ursula von der Leyen (Foto di repertorio)

A poche ore dal faccia a faccia tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, previsto a margine del G7 canadese, l’Unione Europea si prepara a giocare una partita ad alto rischio sul fronte dei dazi. Secondo un’esclusiva del quotidiano economico tedesco Handelsblatt, Bruxelles avrebbe messo sul tavolo una proposta per scongiurare un’escalation tariffaria, ma tiene in serbo il suo “bazooka” in caso di rottura.

La Commissione Europea sarebbe disposta ad accettare un dazio fisso del 10% su tutte le esportazioni verso gli Stati Uniti — una mossa che punta a disinnescare minacce più gravi, come le tariffe punitive su automobili, farmaci ed elettronica. Ma si tratterebbe di una concessione non incondizionata e non permanente: un’offerta calibrata, vincolata a precise contropartite e alla costruzione di un equilibrio complessivo.

Tra le aperture che l’Europa sarebbe pronta a offrire, spiccano la riduzione dei dazi sui veicoli statunitensi e la rimozione di barriere legali e tecniche per facilitare l’accesso del made in USA al mercato europeo. Non solo: Bruxelles si sarebbe detta disposta anche a vietare completamente le importazioni di gas naturale russo, aprendo così un corridoio privilegiato al gas liquefatto americano.

L’obiettivo dichiarato? Consentire a Trump di presentare l’intesa come “una vittoria politica significativa” in vista degli equilibri interni al Congresso e del suo programma di maxi tagli fiscali, da finanziare anche con nuove entrate tariffarie. Fonti europee parlano di un “pacchetto completo” in fase di costruzione, che potrebbe includere anche misure già previste, come l’alleggerimento della direttiva sulla due diligence e la semplificazione dei regolamenti transatlantici.

Ma il segnale è duplice: l’Ue cerca la distensione, ma non rinuncia alla leva del confronto. Il “bazooka” di Bruxelles resta pronto: se l’offerta dovesse essere respinta, l’Unione è pronta a reagire con contromisure proporzionate. La diplomazia resta in prima linea, ma il gioco si fa duro.

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