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I dati

Ferrero conquista gli italiani: è il datore di lavoro ideale nel 2025

Secondo l’indagine Randstad, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, insieme a retribuzione e inclusività, guida le scelte dei lavoratori. Boom di cambi di impiego tra i giovani della Gen Z.

Ferrero conquista gli italiani: è il datore di lavoro ideale nel 2025

In un mercato del lavoro sempre più dinamico e competitivo, la reputazione di un’azienda conta quanto, se non più, dello stipendio. In Italia, secondo l’edizione 2025 dell’indagine Randstad Employer Brand Research, il datore di lavoro ideale è Ferrero. L’azienda dolciaria di Alba si è guadagnata il primo posto nella classifica dell’attrattività percepita, con il 68,5% delle preferenze.

L’indagine, condotta a livello internazionale, ha coinvolto 171mila persone in 34 Paesi, di cui oltre 7.500 in Italia, analizzando la percezione di 150 grandi imprese. Il sondaggio è completamente indipendente: le aziende non possono candidarsi volontariamente per partecipare.

Uno dei dati più interessanti riguarda l’elevato tasso di mobilità: quattro italiani su dieci hanno cambiato impiego negli ultimi sei mesi o pensano di farlo presto. Le ragioni principali sono legate alla retribuzione e alla ricerca di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Quest’ultimo aspetto è diventato sempre più centrale nelle scelte professionali.

Oltre alla paga, i lavoratori cercano un’atmosfera positiva, sicurezza lavorativa e un autentico impegno verso la diversità e l’inclusione. Tuttavia, in un periodo segnato da alta inflazione, lo stipendio rimane un fattore decisivo: meno della metà degli italiani si ritiene adeguatamente retribuita, e la scarsa remunerazione è oggi la prima causa di dimissioni.

Il report mette in luce anche il divario generazionale. La Generazione Z presenta comportamenti e priorità differenti rispetto ai lavoratori più maturi. Il 17% di loro ha cambiato lavoro nell’ultimo semestre, contro il 6% dei Baby Boomers. Per i più giovani contano meno la stabilità e più le opportunità di crescita, la formazione continua e l’inclusività. La ricerca del lavoro passa per LinkedIn e Google, più che attraverso i contatti personali.

Secondo Marco Ceresa, CEO del gruppo Randstad, è necessario adottare strategie di employer branding sempre più mirate. Le aspettative variano in base all’età, alla professione e al momento della carriera, ed è fondamentale saper leggere questi bisogni per attrarre e trattenere i talenti, in un contesto dove la competizione è forte anche tra settori molto diversi.

Ferrero si conferma come modello in questo scenario. «Siamo estremamente orgogliosi di ricevere questo riconoscimento», ha dichiarato Deborah Zago, Head of HR Italy BU dell’azienda. «Da sempre mettiamo le persone al centro: sono loro i veri artefici del nostro successo. La nostra strategia di employer branding mira a comunicare in modo autentico la nostra identità e i nostri valori. Non si tratta solo di attrarre nuovi talenti, ma di costruire ogni giorno una reputazione solida, fondata su fiducia, coerenza e cura delle persone».

Oltre a Ferrero, lo studio ha premiato altre realtà eccellenti nei loro settori: ABB nell’elettronica, Automobili Lamborghini nell’automotive, Brembo nella componentistica, Chiesi Farmaceutici nel farmaceutico, EssilorLuxottica nella metallurgia, Gruppo Mondadori nei media, IBM nell’ICT, Italo nei trasporti, Leonardo nell’aerospazio e Maugeri nella sanità.

Il quadro emerso è quello di un mondo del lavoro in trasformazione, dove le persone non cercano solo un’occupazione, ma un’esperienza professionale che sia coerente con i propri valori, i propri bisogni e il proprio stile di vita. E le aziende che sapranno cogliere questi segnali saranno quelle destinate a vincere la sfida del futuro.

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