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Economia & Tecnologia
02 Luglio 2025 - 22:10
Donald Trump
Il 1° luglio il Senato degli Stati Uniti ha approvato il tanto atteso One Big Beautiful Bill Act, una riforma da 3.300 miliardi di dollari che riscrive le regole dell’agenda economica del secondo mandato di Donald Trump. Un provvedimento ambizioso che punta sulla modernizzazione delle infrastrutture, sul rafforzamento della sicurezza nazionale e su un gigantesco investimento in intelligenza artificiale (AI) e tecnologie avanzate. Se la legge riscuote l’approvazione per il suo potenziale rivoluzionario, altrettanto forte è stata la delusione tra le grandi aziende tech, che hanno perso una battaglia fondamentale sui regolamenti statali.
L'AI diventa il cuore pulsante della riforma. Con oltre 6 miliardi di dollari destinati alla ricerca e allo sviluppo, il governo federale si prepara a diventare il maggiore acquirente di soluzioni AI americane, aprendo la strada a nuovi standard di sicurezza informatica e automazione. Ma non sono solo i settori tecnologici e difensivi a beneficiarne: il pacchetto prevede anche l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale in ambito sanitario, per snellire i costi e migliorare l’efficienza del sistema pubblico.
Il Dipartimento della Difesa è il maggiore beneficiario, con una fetta di finanziamenti destinata ai progetti di droni autonomi e sistemi di intelligenza artificiale per la guerra informatica. Allo stesso tempo, la strategia di Trump per il controllo delle frontiere prevede una rivoluzione nell'uso della tecnologia AI per la sicurezza nazionale.
Ma se la spinta all'innovazione è inarrestabile, una delle misure più controverse del disegno di legge ha ricevuto un colpo mortale: la proposta di moratoria sui regolamenti statali per l’AI. La moratoria avrebbe impedito a singoli stati di creare leggi che disciplinano l’uso delle tecnologie AI, uniformando le normative su scala nazionale. Ma il Senato ha bocciato questa proposta, infliggendo una sconfitta politica alle Big Tech, che avevano investito ingenti risorse per evitare l'introduzione di leggi più severe.
Stati come la California e il Texas, già in prima linea contro l’uso dei deepfake e contro la discriminazione algoritmica, hanno vinto una battaglia cruciale. La Silicon Valley, con il suo potente lobbismo, sperava di ottenere un quadro normativo più permissivo, ma il Senato ha deciso di mantenere la sovranità degli stati nella regolazione delle tecnologie emergenti, mettendo un freno alle ambizioni delle big tech di operare senza troppi vincoli.
In un contesto di sfide globali, il One Big Beautiful Bill Act rappresenta una mossa strategica di Trump per rafforzare la posizione tecnologica degli Stati Uniti. Con miliardi di dollari investiti in AI e cybersicurezza, gli Stati Uniti si pongono come leader globali in un settore cruciale per il futuro. Tuttavia, la riforma solleva interrogativi legittimi sulla protezione dei diritti dei cittadini e sull’adozione delle tecnologie a livello statale.
Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione di questo provvedimento nelle prossime fasi, ma una cosa è certa: l'intelligenza artificiale è destinata a essere il cuore pulsante della strategia economica americana, e le sue implicazioni si estenderanno ben oltre le mura del Congresso.
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