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Politica Internazionale

Trump inciampa sul fisco: il maxi-pacchetto di tagli affonda alla Camera

La Commissione Bilancio boccia il piano fiscale di Trump. Anche alcuni repubblicani votano contro il “One Big Beautiful Bill Act”

Trump inciampa sul fisco: il maxi-pacchetto di tagli affonda alla Camera

Un pacchetto da migliaia di miliardi, mille pagine di tagli fiscali e tagli alla spesa pubblica, una regia tutta trumpiana e un nome da slogan elettorale: “The One Big Beautiful Bill Act”. Ma il piano, invece di decollare, si schianta. E non per mano dei democratici, ma per un fuoco amico tutto interno al GOP.

Nella giornata di ieri, la Commissione Bilancio della Camera dei rappresentanti ha bocciato la proposta fiscale simbolo del trumpismo 2025, con 21 voti contrari contro 16 favorevoli. A decretarne la fine (almeno per ora) non è stata l’opposizione democratica, prevedibile, ma una spaccatura tra le fila repubblicane, che consegna a Donald Trump e al presidente della Camera Mike Johnson una delle più cocenti sconfitte politiche della stagione pre-elettorale.

Il pacchetto, lungo oltre mille pagine, prevede tagli fiscali su larga scala, soprattutto per le imprese e le fasce più alte di reddito, accanto a profondi tagli al bilancio federale, inclusi programmi sociali, sanità pubblica e fondi per l’istruzione.
Un’agenda “radicale, come la definisce NBC News, che ha trovato opposizione non solo tra i democratici ma anche tra repubblicani moderati preoccupati per l’impatto economico e politico di un piano troppo sbilanciato.

A subire il contraccolpo più diretto è Mike Johnson, speaker della Camera e fedelissimo di Trump, che si era speso in prima persona per approvare il pacchetto entro la prossima settimana. Ma il fallimento in Commissione è un’umiliazione pubblica e una crepa che potrebbe allargarsi anche in vista del voto plenario, dove la maggioranza repubblicana è risicatissima.

Il voto mette in luce una crescente tensione interna al partito repubblicano, diviso tra ultrà trumpiani e conservatori più istituzionali, preoccupati per le implicazioni di un piano così estremo in un anno elettorale.
La ribellione in Commissione è un segnale d’allarme per Trump, che punta al ritorno alla Casa Bianca ma si trova ora a gestire un Congresso non più così compatto come nel 2016.

E ora? Il pacchetto non è tecnicamente morto, ma il suo cammino si fa complicatissimo. Johnson proverà a rianimarlo, magari con qualche modifica, ma la battuta d’arresto è evidente.

E l’immagine che ne esce è quella di un partito spaccato, fragile, in piena lotta intestina.

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