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Guerra Ucraina

Neanche Zelensky si presenta: i negoziati di Istanbul partono in salita

Putin rinuncia all’incontro diretto e manda una delegazione di basso profilo. Zelensky deluso: «Oggetti di scena»

Neanche Zelensky si presenta: i negoziati di Istanbul partono in salita

Zelensky all'aeroporto di Ankara

Non ci sarà nessun incontro diretto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky nei nuovi negoziati tra Russia e Ucraina in corso a Istanbul, in Turchia. Nonostante le molte indiscrezioni e la disponibilità manifestata da entrambi nei giorni scorsi, giovedì nessuno dei due presidenti si è presentato all’appuntamento che avrebbe potuto segnare una svolta nella guerra in corso da oltre due anni.

Al loro posto, i due paesi hanno inviato delle delegazioni. Per Kiev è arrivato il ministro della Difesa Rustem Umerov, figura centrale nella leadership ucraina. Per Mosca, una delegazione guidata da Vladimir Medinskij, già caponegoziatore nei colloqui falliti del 2022, accompagnato dai viceministri degli Esteri e della Difesa, Mikhail Galuzin e Alexander Fomin. Secondo l’agenzia russa Tass, i colloqui inizieranno formalmente venerdì 16 maggio, ma i dettagli ufficiali restano scarsi.

Il presidente ucraino Zelensky, che nel frattempo si è recato ad Ankara, ha espresso forte delusione per l’assenza di Putin, che solo pochi giorni fa aveva rilanciato l’ipotesi di un dialogo diretto. «Una delegazione annunciata all’ultimo minuto, con funzionari che sembrano oggetti di scena», ha commentato duramente. Umerov, ha precisato Zelensky, è stato mandato «per rispetto» nei confronti dei mediatori: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente statunitense Donald Trump. Dalla parte russa, Medinskij ha parlato dei colloqui come di una continuazione delle trattative del 2022, lasciando intendere che Mosca intende ripartire dalle stesse condizioni: neutralità dell’Ucraina, limitazioni alle sue forze armate e nessun passo avanti sul tema dei territori occupati.

Donald Trump, coinvolto come mediatore non ufficiale e attualmente in viaggio in Medio Oriente, ha gettato ulteriore incertezza sulla riuscita dell’incontro, dichiarando che «nulla si smuoverà finché io e Putin non ci incontreremo». Un’affermazione che ha alimentato polemiche e rafforzato l’idea che il dialogo in corso sia, per ora, più simbolico che sostanziale. Anche il segretario di Stato Marco Rubio ha mantenuto basse le aspettative, dichiarando di «non aspettarsi molto da questa fase».

L’incontro a Istanbul è stato convocato dopo che Putin aveva respinto una proposta europea per un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni. In risposta, aveva rilanciato con la possibilità di colloqui diretti con l’Ucraina, da tenersi proprio in Turchia. Zelensky, per la prima volta dall’inizio dell’invasione nel 2022, aveva accettato di incontrarlo di persona, segnando un potenziale momento di svolta. Ma l’assenza di entrambi e la scarsa chiarezza sugli obiettivi delle delegazioni sembrano aver già compromesso le aspettative.

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