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07 Luglio 2025 - 13:20
Il 2025 ha consacrato il ruolo centrale delle banche nell’economia globale. Dopo anni di turbolenze legate alla pandemia e all’instabilità geopolitica, il settore del credito è tornato a essere una colonna portante della finanza internazionale. A dimostrarlo è la nuova classifica Forbes Global 2000, che vede 328 istituti bancari tra i protagonisti, in aumento rispetto ai 315 dell’anno precedente.
Al vertice, per il terzo anno consecutivo, domina JPMorgan Chase, simbolo della solidità americana, con un patrimonio di 4.300 miliardi di dollari. Ma a insidiare il primato statunitense c’è la cinese ICBC, terza assoluta nella classifica generale e prima al mondo per asset, con 6.600 miliardi. La sfida tra banche americane e cinesi si fa sempre più serrata: Bank of America, Goldman Sachs, Citigroup, Morgan Stanley e Wells Fargo da un lato, contro Agricultural Bank of China, China Construction Bank e Bank of China dall’altro. Entrambe le superpotenze piazzano numerosi nomi tra le prime 50, rendendo chiaro che la leadership finanziaria si gioca su entrambi i fronti dell’Oceano Pacifico.
Il 2025 è stato un anno brillante per il settore, soprattutto per le banche occidentali. A favorire la ripresa, l’impennata dei tassi d’interesse, che ha generato utili record, l’aumento dei depositi e ricavi robusti da commissioni e attività di trading. Negli Stati Uniti, in particolare, gli utili hanno superato i livelli pre-Covid, alimentando ottimismo anche per la ripresa dei prestiti e delle operazioni di fusione. Tuttavia, l’orizzonte non è privo di nubi: Fitch Ratings ha segnalato i rischi legati ai nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump, che potrebbero frenare la crescita delle imprese e ridurre la domanda di credito nei prossimi mesi.
In Cina, lo scenario è più contrastato. Le banche hanno dovuto fare i conti con una crisi immobiliare ancora irrisolta e con la diminuzione della domanda di prestiti tradizionali. Ma non tutto è negativo: gli istituti di credito cinesi hanno saputo reagire, spostando il focus su settori emergenti come l’auto elettrica e l’intelligenza artificiale, riuscendo così ad aumentare il valore degli asset e a mantenere un ruolo dominante nel panorama asiatico. Le banche cinesi stanno anche implementando strategie di diversificazione e contenimento dei costi per rafforzare la loro posizione in un contesto economico più incerto.
Anche l’Europa si difende, pur restando fuori dal vertice. Spicca Intesa Sanpaolo, che si piazza al 61° posto e si conferma la prima banca italiana nella classifica. Seguono, in posizioni più arretrate, Unicredit, Banco BPM, BPER Banca e Mediobanca. Il sistema bancario italiano, seppur lontano dalle dimensioni dei colossi globali, ha mostrato solidità grazie a una gestione prudente e a buoni ricavi da interessi attivi. Secondo Morningstar DBRS, i fondamentali delle banche italiane restano robusti, sostenuti da margini in crescita e controlli interni più efficaci rispetto al passato.
Completano il quadro globale altri protagonisti storici della finanza: HSBC per il Regno Unito, BNP Paribas per la Francia, Santander per la Spagna e Mitsubishi UFJ per il Giappone, oggi primo istituto nipponico per dimensioni.
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