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Economia

L’Antitrust mette nel mirino Revolut: aperte le indagini per pratiche scorrette nei servizi finanziari

Tra i punti più controversi c’è la promozione degli investimenti in azioni “senza commissioni”

L’Antitrust mette nel mirino Revolut: aperte le indagini per pratiche scorrette nei servizi finanziari

L’Antitrust italiano ha acceso i riflettori su Revolut, colosso della fintech internazionale, per possibili pratiche commerciali scorrette legate alla gestione dei suoi servizi finanziari. L’indagine, avviata ufficialmente l’8 luglio con ispezioni in alcune sedi europee della società – supportate dalla Guardia di Finanza – mette in discussione la trasparenza dell’app e la sicurezza per milioni di utenti.

Tra i punti più controversi c’è la promozione degli investimenti in azioni “senza commissioni”, presentati come vantaggiosi ma, secondo l’AGCM, poco chiari nei dettagli. Gli utenti acquistavano infatti azioni frazionate, che non garantiscono gli stessi diritti delle azioni intere – niente diritto di voto, trasferibilità limitata e aspettative forse gonfiate da una comunicazione troppo semplificata.


L’Antitrust ha puntato il dito anche sul segmento crypto. Gli utenti, stando all’accusa, non sarebbero stati informati a dovere sull’assenza di strumenti essenziali per la gestione del rischio, come stop-loss e take-profit. Un dettaglio tecnico, ma fondamentale: senza questi strumenti, il rischio di perdite improvvise diventa più alto, e la mancata evidenza nelle comunicazioni commerciali solleva dubbi sull’etica informativa della piattaforma.

Ma non finisce qui. Revolut viene accusata di bloccare i conti bancari senza preavviso, lasciando alcuni utenti senza accesso al proprio denaro per lunghi periodi. A tutto questo si aggiungerebbe una gestione insufficiente dell’assistenza clienti, che ha alimentato frustrazione e incertezza. Una situazione che ha minato la fiducia degli utenti, soprattutto per un servizio che si propone come alternativa smart e affidabile alle banche tradizionali.

Nel mirino dell’Autorità anche la questione degli IBAN lituani (LT), forniti agli utenti italiani senza spiegazioni chiare su come ottenere un IBAN nazionale (IT). Una scelta che ha avuto ripercussioni pratiche su pagamenti, accrediti e riconoscimenti fiscali, lasciando molti utenti in balia della burocrazia senza una guida precisa.

Revolut ha fatto sapere di voler collaborare pienamente con le autorità e difendere la propria reputazione. Ma l’istruttoria dell’Antitrust potrebbe trasformarsi in un caso simbolo: quello di una fintech globale che, pur promettendo libertà e innovazione, è chiamata a rispondere alle regole della trasparenza e della tutela del consumatore.

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