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Economia
14 Luglio 2025 - 18:20
Bruxelles - commissione europea
Nuove tensioni tra Bruxelles e Roma sul fronte bancario. La Commissione europea ha sollevato dubbi formali sulla legittimità del decreto italiano che impone vincoli a Unicredit in seguito all’acquisizione di Banco Bpm. Secondo l’esecutivo comunitario, le misure previste potrebbero violare l’articolo 21 del regolamento europeo sulle concentrazioni e, più in generale, contrastare con il diritto dell’Unione europea.
Nel mirino di Bruxelles c’è il decreto emanato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha attivato il golden power per imporre obblighi specifici alla nuova entità nata dalla fusione. Ma la Commissione teme che l’intervento italiano non rispetti i criteri di proporzionalità, legittimità e non discriminazione richiesti dalle normative europee.
“Gli Stati membri possono agire solo in presenza di un interesse legittimo”, ha spiegato Thomas Regnier, portavoce della Commissione. “Le misure devono essere compatibili con il diritto dell’UE e sottoposte a verifica da parte della Commissione stessa, per evitare frammentazioni del Mercato Unico”.
In una lettera ufficiale inviata all’Italia, l’Unione europea ha ribadito che l’articolo 21 consente deroghe solo in casi specifici, come rischi per la sicurezza pubblica o motivi di ordine pubblico, ma solo se le restrizioni sono giustificate, coerenti e non eccessive. Secondo Bruxelles, il decreto italiano potrebbe non rispettare questi criteri e ha invitato il governo a presentare le proprie osservazioni in tempi rapidi.
La valutazione dell’UE è ancora preliminare, ma i toni sono chiari: la Commissione si riserva di intraprendere ulteriori azioni sulla base della risposta italiana. Un nuovo braccio di ferro si profila all’orizzonte tra le istituzioni europee e Palazzo Chigi sul delicato equilibrio tra sovranità economica e regole comunitarie.
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