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Crisi dell'auto

Stellantis, non solo Mirafiori: un altro stabilimento in forte frenata

Dopo il blocco della gigafactory, i 1.800 lavoratori di Termoli affrontano un anno di riduzione dell’orario: i sindacati chiedono chiarezza sul futuro dello stabilimento

Stellantis, non solo Mirafiori: un altro stabilimento in forte frenata

Lo stabilimento Stellantis di Termoli, polo produttivo di motori con oltre 1.800 dipendenti, si prepara a fronteggiare una fase di forte rallentamento. La direzione aziendale e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo per un contratto di solidarietà che entrerà in vigore dal 1° settembre 2025 e durerà fino al 31 agosto 2026.

Il provvedimento, considerato senza precedenti dai sindacati, sostituisce un contratto della stessa natura, già prorogato due volte nell’ultimo anno. La misura, volta a evitare licenziamenti, prevede una riduzione temporanea dell’orario di lavoro, con integrazione salariale da parte dello Stato. A peggiorare la situazione del sito molisano è la sospensione del progetto della gigafactory di batterie, inizialmente assegnata ad ACC – la joint venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies – e poi bloccata senza prospettive di riavvio.

«Il contratto di solidarietà è uno strumento difensivo che ci permette di affrontare una fase molto difficile», spiega Francesco Guida, segretario della Uilm Molise. «Il settore auto attraversa un periodo complicato: il mercato internazionale resta debole, i dazi dagli Stati Uniti pesano sulle esportazioni e la transizione ecologica, purtroppo non governata, colpisce duramente il nostro stabilimento». I sindacati chiedono certezza sul futuro della fabbrica e chiedono un incontro immediato con il nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa. «I lavoratori hanno diritto a sapere quale strada intende intraprendere Stellantis», sottolineano, sollecitando nuovi prodotti e investimenti concreti per Termoli.

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