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Guerra dei dazi
30 Agosto 2025 - 12:30
Una corte d’appello federale ha stabilito che gran parte dei dazi introdotti da Donald Trump a partire dal suo primo mandato sono illegali. Secondo i giudici, il presidente ha abusato di una legge del 1977 (l’International Emergency Economic Powers Act), che non gli dava il potere di imporre tariffe doganali. La sentenza, approvata con 7 voti favorevoli e 4 contrari, sostiene che il Congresso non intendeva concedere al presidente un’autorità illimitata in materia commerciale. Se confermata, la decisione potrebbe cancellare i dazi contro Cina, Canada, Messico, Unione Europea, Giappone e Corea del Sud, con conseguenze enormi per i rapporti economici globali.
Immediata la reazione di Trump, che ha definito il verdetto «errato e di parte». Su Truth Social ha avvertito che l’eventuale rimozione delle tariffe sarebbe «un disastro totale», rendendo gli Stati Uniti «finanziariamente deboli» e incapaci di difendersi da barriere imposte da Paesi stranieri. Il presidente ha promesso battaglia in Corte Suprema.
Durissima la risposta dei democratici. Il governatore della California Gavin Newsom ha accusato Trump di «violare la legge ogni giorno» e di aver danneggiato i cittadini comuni con politiche economiche fallimentari. Secondo Sacramento, i dazi avrebbero già causato oltre 64 mila posti di lavoro persi in California. Fino al 14 ottobre l’amministrazione avrà tempo per ricorrere alla Corte Suprema, che avrà l’ultima parola. Nel frattempo i dazi resteranno in vigore. Ma i rischi sono alti: il segretario al Commercio Howard Lutnick teme ritorsioni da parte dei partner commerciali, mentre il Tesoro parla di possibile «imbarazzo diplomatico» se le tariffe venissero cancellate.
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