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ECONOMIA & TURISMO
07 Settembre 2025 - 14:35
L’estate italiana si è chiusa senza sorprese e senza exploit: a tenere in piedi la stagione sono stati i turisti stranieri, mentre gli italiani hanno preferito stringere la cinghia o guardare altrove. Un equilibrio fragile, fatto di numeri che si compensano: 215 milioni di pernottamenti, appena lo 0,2% in più rispetto al 2024.
Dietro la tenuta, però, c’è un quadro spaccato in due. Gli italiani calano (-2,5%), tra vacanze brevi, mete estere più convenienti e stabilimenti balneari che in alcuni casi hanno perso fino al 30% della clientela. Gli stranieri invece aumentano (+2,8%), arrivando a 111 milioni di notti, e così hanno evitato che la stagione scivolasse in rosso.
Il bilancio non è uguale per tutti. Se le spiagge mostrano file di ombrelloni vuoti, la montagna registra un +1,7% e i laghi uno 0,8% in più. Bene anche le località di collina (+5,5%) e i centri termali (+4,1%), mete che hanno intercettato soprattutto i flussi stranieri. Le città d’arte restano quasi ferme (+0,3%), i borghi fanno leggermente meglio.
Il Nord-Ovest e il Sud-Isole si confermano le aree più premiate dai viaggiatori internazionali, con aumenti rispettivamente del 4,5% e 3,7%. Il Centro resta in positivo ma cresce poco (+1,6%). A portare ossigeno sono soprattutto Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Belgio, Svizzera, Scandinavia, Regno Unito, Spagna e Paesi Baltici. Bene anche Brasile, Cina, Emirati e Canada.
Non tutti però hanno scelto l’Italia. In tre mesi si contano 530mila pernottamenti in meno dagli Stati Uniti e 350mila dalla Germania. Pesano il rallentamento della locomotiva tedesca, la debolezza del dollaro e la politica dei dazi di Washington. Sul fronte americano ha inciso anche il travel advisory del Bureau of Consular Affairs, che a giugno ha alzato il livello di rischio per chi viaggia in Italia.
Il quadro finale è disomogeneo: Nord-Ovest e Nord-Est chiudono bene, Centro e Sud-Isole faticano. Male mare e città d’arte, positive campagna, montagna, laghi e terme.
Un’estate che non lascia strascichi drammatici, ma che conferma una verità: senza i turisti stranieri, il turismo italiano rischia di zoppicare.
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