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Economia

Rottamazione quinquies, verso la stretta: esclusi i decaduti dalle vecchie sanatorie

Il Governo prepara la nuova pace fiscale nella Legge di Bilancio 2026, ma resta il nodo dei contribuenti decaduti

Rottamazione quinquies, verso la stretta: esclusi i decaduti dalle vecchie sanatorie

La nuova rottamazione quinquies potrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno, con l’inserimento nella Legge di Bilancio 2026. Anche se il testo definitivo non è ancora stato scritto, il ministro dell’Economia ha anticipato un punto fermo: chi è già decaduto dalle precedenti sanatorie non potrà accedere ai nuovi benefici.

La decisione nasce dall’esperienza delle passate rottamazioni, in cui migliaia di contribuenti avevano presentato domanda solo per bloccare le azioni esecutive o ottenere un Durc regolare, senza poi versare neppure la prima rata. Un comportamento che ha ridotto l’efficacia delle misure e creato un buco nelle entrate previste.

Escludere i decaduti significherebbe evitare che i cosiddetti “furbetti” possano nuovamente sfruttare i vantaggi della sanatoria senza pagare. Il problema, però, è che non tutti i contribuenti caduti in decadenza lo hanno fatto per malafede: in molti casi le prime rate erano troppo elevate rispetto al debito complessivo, portando rapidamente all’esclusione anche chi voleva davvero saldare i conti con il Fisco.

Il Governo sta quindi valutando criteri più selettivi, ma l’orientamento prevalente resta quello dell’esclusione totale. Un’ipotesi che rischia di penalizzare anche chi ha semplicemente avuto difficoltà economiche.

Il dibattito si è riacceso dopo le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ospite di Bruno Vespa ha lasciato intendere una possibile apertura: secondo lui, chi è decaduto dalle precedenti rottamazioni potrebbe avere comunque un’ultima possibilità di aderire alla quinquies. Una posizione che apre a un dietrofront dell’esecutivo e mantiene vive le speranze di chi cerca di regolarizzare la propria posizione con il Fisco.

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