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Gli stabilimenti

Iveco, confronto in Regione dopo l’acquisizione da parte di Tata: “Servono certezze per il futuro”

Cresce la preoccupazione per i 6.000 dipendenti e i 15.000 lavoratori dell’indotto

Iveco, confronto in Regione dopo l’acquisizione da parte di Tata: “Servono certezze per il futuro”

Il tavolo di confronto di oggi al grattacielo della Regione

Preoccupazione, ma anche volontà di difendere uno dei simboli dell’industria piemontese. È questo il clima che ha accompagnato l’incontro tenutosi oggi al Grattacielo Piemonte, dove il vicepresidente della Regione, Elena Chiorino, ha riunito sindacati e Rsu di Iveco per fare il punto dopo l’annunciata acquisizione del gruppo da parte di Tata. «Abbiamo ascoltato con grande attenzione le istanze dei lavoratori e dei loro rappresentanti e ribadito che la Regione Piemonte sarà in prima linea, al fianco dei lavoratori e delle famiglie, per garantire la piena tutela occupazionale. Iveco non è soltanto un marchio storico, ma un pilastro industriale e identitario del nostro territorio, che occupa direttamente oltre 6mila persone e sostiene un indotto fondamentale per l’economia piemontese».

Il vicepresidente ha sottolineato che la priorità assoluta resta quella di garantire continuità produttiva e occupazionale, in stretta collaborazione con il Governo e tutti i soggetti coinvolti. «È significativo che il Governo abbia già incontrato l’azienda e come Regione abbiamo tempestivamente convocato le parti sociali: è un segnale concreto di attenzione e responsabilità verso una realtà che rappresenta non solo la storia, ma anche il futuro industriale del Piemonte e della nostra Nazione. Da parte della Regione ci sarà un impegno infaticabile e costante per tutelare ogni posto di lavoro e accompagnare il territorio verso stabilità e certezze per imprese e lavoratori».

Sul fronte sindacale, però, ci sono ancora tante preoccupazioni. Il segretario generale della Uilm Torino, Luigi Paone, ha espresso forti dubbi sulle garanzie offerte finora dalla nuova proprietà. «Rispetto alla vendita di Iveco a Tata, al momento sono più le preoccupazioni che le certezze, soprattutto per l’occupazione in Piemonte. I due anni di garanzia sul mantenimento dei livelli occupazionali non bastano per costruire un futuro solido per gli stabilimenti torinesi. È indispensabile conoscere le reali intenzioni della nuova proprietà e avere un piano industriale di lungo termine».

Paone ha poi sottolineato il rischio di un indebolimento dell’industria torinese, soprattutto se venisse ridimensionata la parte di progettazione e ingegnerizzazione dei veicoli oggi presente a Torino. «Abbiamo chiesto alle istituzioni di farsi garanti di questa operazione per assicurare un futuro ai 6mila lavoratori Iveco e ai circa 15mila dell’indotto nel Torinese».

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