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Economia domestica
24 Novembre 2025 - 12:40
I prezzi del gas in Europa sono scesi sotto i 350 dollari per 1.000 metri cubi, toccando circa 29 euro per MWh: un livello che non si vedeva da oltre un anno e mezzo. Per famiglie e aziende italiane è un segnale di sollievo, ma non sempre un calo dei prezzi porta solo buone notizie. Questo evento riflette tre dinamiche principali: una domanda energetica europea in lieve flessione, stoccaggi pieni a livelli vicini al massimo storico e l’aumento degli approvvigionamenti alternativi attraverso il gas naturale liquefatto (GNL), che ha ridotto la dipendenza dal gas russo. L’Italia ha giocato un ruolo chiave nella nuova geografia del gas europeo: il gasdotto Transmed dall’Algeria, le importazioni da Azerbaijan tramite TAP e l’espansione della capacità di rigassificazione - in particolare a Piombino e Ravenna - hanno permesso al Paese di garantirsi forniture stabili e diversificate.
Il calo dei prezzi all’ingrosso non si tradurrà immediatamente nelle bollette di casa, perché i contratti retail integrano costi fissi, imposte e tempi di aggiustamento. Ma per le imprese energivore - come plastica, chimica, metallurgia, alimentare - il beneficio è più rapido. Minor costo del gas significa maggiore margine di respiro sui bilanci aziendali e potenziale contenimento dei prezzi al consumo. Il Piemonte è una regione con forte base manifatturiera, dove molte produzioni richiedono gas per processi termici o elettrici. Per aziende tra Torino, Cuneo, Novara e Alessandria, il calo può tradursi in una riduzione dei costi operativi e in una maggiore competitività sui mercati internazionali. Sul fronte domestico, il tema è altrettanto rilevante: la stagione del riscaldamento invernale incide fortemente sui consumi residenziali piemontesi. Un prezzo del gas più basso può aiutare molte famiglie in difficoltà e ridurre il peso dei conguagli.
Il prezzo basso del gas presenta però un effetto collaterale da non sottovalutare: rischia di rallentare la transizione energetica. Con un gas economico, la sostituzione delle caldaie con pompe di calore, la coibentazione degli edifici e l’espansione delle fonti rinnovabili possono perdere appeal finanziario. La tentazione, per politica e famiglie, è di rimandare gli investimenti green. Il vero test sta per arrivare, ossia durante l’inverno: se le temperature resteranno miti e gli stoccaggi verranno gestiti con cautela, i prezzi potrebbero stabilizzarsi o scendere ancora. Ma un’ondata di freddo o un imprevisto geopolitico nel mercato del GNL potrebbe far invertire bruscamente la tendenza.
Il gas che scende sotto i 350 dollari per 1.000 metri cubi è una boccata d’ossigeno per l’economia italiana e piemontese. Tuttavia, rischia di trasformarsi in un anestetico: riduce l’urgenza della transizione energetica proprio quando sarebbe più utile investire nel futuro.
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