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LA RICORRENZA

Cento anni fa, la "prima volta" di Hemingway alla Festa di San Firmino a Pamplona

È passato esattamente un secolo dall'evento che ha segnato l'esordio narrativo del Premio Nobel con "Fiesta"

Cento anni fa, la "prima volta" di Hemingway alla Festa di San Firmino a Pamplona

Foto Reuters/ Susanna Vera

Domani termina la feria di San Fermin a Pamplona, otto giorni di adrenalina, grandi mangiate e, soprattutto, grandi bevute. Il 6 luglio il “chupinazo” ha dato il via alla festa e dal giorno dopo alle otto precise del mattino, tutti i giorni, fino al 14 luglio, sei tori e sei manzi vengono rilasciati per le strette vie del centro di Pamplona. Li aspettano migliaia di giovani ,vestiti di bianco con una fascia rossa, armati solo di coraggio e muscoli nelle gambe per correre più veloci dei tori che, come impazziti per la calca, tentano di incornarli.

Foto Reuters/ Susanna Vera

Il rombo delle zampe di dodici bestioni risuona sulle strade acciottolate di Pamplona. L’emozione monta mentre il razzo segna l’inizio di una corsa spettacolare. Come un balletto audace di sopravvivenza, i coraggiosi velocisti vestiti di bianco danzano intorno alle corna appuntite delle bestie in fuga. Mentre i rintocchi dell’orologio scandiscono l’ora, la città si trasforma in un palcoscenico all’aperto, e la feria di San Firmino si risveglia nel suo splendore annuale.

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 Pane tostato con aglio e olio ed ettolitri di sangria con le bande che sfilano suonando tutto il giorno, le corse dei tori sono solo il culmine della fiesta di Pamplona. Quelli come il sottoscritto che , per bontà dei più giovani, vengono chiamati “boomers” hanno vissuto e molti vivono ancora nel mito letterario e umano del vitalismo di Hemingway . Amano i suoi luoghi : Venezia , Madrid, Parigi, L’Havana ma solo a Pamplona ritrovano l’atmosfera della Fiesta e solo lì durante la feria, nei bar che frequentava, si sente aleggiare lo spirito della sua letteratura e della sua vita.

Foto Reuters/ Susanna Vera

Questo tradizionale evento, noto come Sanfermines, cattura l’attenzione di partecipanti e turisti provenienti da tutto il mondo. Ma la sua fama è indissolubilmente legata alla penna di uno dei più grandi scrittori americani del XX secolo: Ernest Hemingway. Fu qui, sulle strade affollate di Pamplona, che Hemingway ambientò il suo romanzo d’esordio, “Fiesta - Il sole sorgerà ancora”.

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Nel 1923, esattamente un secolo fa, il giovane Hemingway si imbatteva per la prima volta in questa manifestazione di vitalismo , euforia ed ispanità. Affascinato dalla torrida atmosfera delle corride e dalle continue dionisiache feste, fece otto ritorni a Pamplona tra il 1924 e il 1959. L’esperienza, unita alle sue avventure nella comunità di espatriati a Parigi, alimentò la creazione del suo romanzo, che alla fine lo consacrò come voce della cosiddetta “Generazione Perduta” del dopoguerra.

Foto Reuters/ Susanna Vera

Nel suo libro, Hemingway - attraverso il narratore, un alter ego dello stesso autore - dipinge un ritratto della vita in un turbinio di eccessi e baldoria continua, interrotta solo dalle emozionanti visite all’arena per assistere agli spettacoli di tauromachia. L’opera ha catturato e continuato ad ispirare lettori di tutto il mondo, come Bill Hillmann, professore di Chicago ed esperto fondista, che fu motivato a diventare scrittore e a partecipare alla corsa dei tori a Pamplona dopo aver letto il libro quando era all’università.

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Nonostante la fama di Hemingway e il suo indiscutibile contributo al fascino dei Sanfermines, alcuni locali sottolineano che la feria ha una ricchezza e una complessità che vanno oltre la rappresentazione letteraria. Cheryl Mountcastle, ad esempio, una fedele visitatrice della festa per oltre due decenni, osserva che l’attenzione di Hemingway sull’aspetto più dissoluto della feria tralascia altre parti fondamentali dell’esperienza, come condividere il cibo e ballare per strada.

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Eppure, per molti, la figura di Hemingway rimane indissolubilmente legata alla festa. La sua influenza sul Sanfermines è innegabile, anche se dibattuta, e l’immagine dello scrittore continua a essere sfruttata per promuovere la città, che si trova ogni anno a dover gestire l’enorme afflusso di turisti attratti da una visione di festa e avventura dipinta dal maestro della letteratura americana.

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Tuttavia, non tutti i partecipanti ai Sanfermines sono stati attirati dall’autore. Molti sono stati sedotti dal fascino pericoloso della corsa dei tori attraverso i video di YouTube piuttosto che dalle parole di Hemingway. Nonostante le trasformazioni culturali e sociali dalla prima visita di Hemingway, l’essenza del festa persiste. I caffè storici come l’Iruña accolgono ancora i turisti non necessariamente tutti hemingwayani, i visitatori fanno ancora festa e pregano e bevono, e cercano uno spazio nelle strade affollate per vedere i tori senza il rischio di essere incornati. Forse, come ha dichiarato all’agenzia Reuters lo scrittore locale Miguel Izu, se Hemingway potesse ritornare a Pamplona, guarderebbe in giro e direbbe: «Alcune cose sono strane, ma beh, sono fondamentalmente gli stessi vecchi Sanfermines».

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