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Il caso

Il Re delle soffitte di Torino può essere processato? In ballo ci sono oltre 7 milioni di euro

A 82 anni Giorgio Molino potrebbe "salvarsi": ecco perché

Il Re delle soffitte di Torino può essere processato? In ballo ci sono oltre 7 milioni

Il Re delle soffitte può stare in giudizio o è troppo anziano e malato per finire alla sbarra? Si basa su questa domanda il nuovo processo a carico dell'82enne Giorgio Molino, accusato di aver incassato quasi 42 milioni di affitti in nero nel periodo 2019-2022. E di aver evaso le tasse grazie allo “schermo” di società e associazioni: per questo gli sono stati sequestrati 7 milioni e 700mila euro. Soldi che ora dipendono da cosa deciderà lo psichiatra Franco Freilone, il perito che verrà incaricato dalla giudice Valentina Rattazzo.

In questa inchiesta Molino risponde di frode fiscale, truffa ai danni dello Stato e autoriciclaggio per aver affittato in nero parte del suo impero di 1.418 immobili: soffitte umide e bollenti, cantine chiuse fra quattro pareti di cemento armato, micro alloggi imbottiti di immigrati e sparsi per tutta la città, da via Nizza a Barriera di Milano.

Il pubblico ministero Elisa Buffa, che ha coordinato l'inchiesta della Guardia di Finanza, ha chiuso l’indagine e ha chiesto il rinvio a giudizio dell’82enne Molino. Che, nell’ultimo processo, dov'era imputato per emissione di fatture per operazioni inesistenti, è stato prosciolto perché non è in grado di stare in giudizio a causa dei problemi di salute.

Ma, nelle ultime intercettazioni, a quanto pare, è emerso che lui ha continuato a gestire il suo "impero" fino agli ultimi anni, quando teoricamente aveva già passato la mano al figlio Giuseppe, notaio, e a sua moglie Marianna Lucca: «Tanto io risulto cieco» avrebbe detto in una telefonata intercettata l'anziano imprenditore. 

Nell'udienza preliminare di ieri la giudice Rattazzo, dopo aver sentito le posizioni della pm e degli avvocati difensori Luca Gastini, Erika Gilardino e Marika Crivelli, ha deciso di rinviare proprio per affidare l'incarico a Freilone e verificare se Molino possa essere processato. Se la risposta sarà positiva, potrà partire il processo vero e proprio. Altrimenti, scatterà il nuovo proscioglimento e i milioni sequestrati dovranno essere restituiti.

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