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Il Borghese
01 Marzo 2025 - 05:50
Persino il Grattacielo Piemonte vibra quando da quelle parti si pronuncia «piano di rientro» per la sanità. Perché ogni volta che si mette mano ai conti, che una qualche indiscrezione esce di qua o di là, questo è lo spettro che si manifesta: anche gli appunti mossi dalla Corte dei Conti non aiutano. La sanità è da sempre un terreno minato, in Regione. Fior di assessori, ma anche commissari o direttori generali di ospedali, si sono bruciati le piume - qualcuno anche la libertà personale - in passato.
Il presidente Cota provò ad affidarla a un manager della galassia ex Fiat (solo che da quelle parti le perdite le scaricano sullo Stato: quando sei tu il servizio pubblico, che fai?). Poi venne l’assessore di Chiamparino, Antonio Saitta, che corse pancia a terra e si fece un vanto di aver completato in anticipo gli obblighi del piano di rientro. A tal prezzo che, quando esplose la pandemia, ci ritrovammo con una coperta dannatamente corta. E il conto arriva ora.
Per quanto riguarda l’attuale assessore Riboldi, c’è chi aspetta di capire se andrà a sfracellarsi nella foga di rivoluzionare il sistema. O se lo farà il nuovo commissario straordinario della Città della Salute, Thomas Schael, che si insedierà oggi. Ché uno dei problemi di entrambi sarà di aver a che fare con l’Università - soprattutto per quanto riguarda le Molinette - e con le posizioni di rendita di certi “baroni”. Per tacere del “fuoco amico” che tocca a ogni inquilino dell’assessorato alla Sanità: posizione spinosa, ma desiderata. E niente come una caduta rovinosa libera le poltrone, anche quelle scomode. Chiedere, per informazioni, al precedente assessore, Luigi Icardi, oggi presidente della Commissione Sanità. Ossia quella da cui, ogni tanto, arrivano gli “agguati” al suo successore. Insomma, la temperatura è piuttosto alta, da quelle parti.
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