Mario Giordano è un fiume in piena. Nel suo nuovo libro, Dinasty (Rizzoli), il giornalista e conduttore di Fuori dal Coro mette a nudo gli scandali, le liti e gli sprechi delle grandi famiglie del capitalismo italiano. Gli Agnelli-Elkann sono il bersaglio principale, ma non mancano i colpi a Benetton, Del Vecchio e De Benedetti. Il ritratto che ne esce è quello di un'Italia dove gli imperi industriali si sgretolano tra vizi, guerre ereditarie e fortune nascoste nei paradisi fiscali.
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Nel video di lancio, Giordano non usa mezzi termini. "Non sono loro le vittime, gli eredi del capitalismo italiano si rotolano nel fango e nella vergogna, sperperano patrimoni immensi e litigano per quadri, gioielli, yacht e soldi nascosti all’estero. Intanto, le fabbriche chiudono, gli operai restano per strada e loro si fanno la guerra in tribunale". Poi l’affondo sugli Agnelli: "Non è facile essere figlio di un cassintegrato ex Fiat, non avere i soldi per studiare, non avere opportunità. Non è facile non avere 3.000 euro a sera da sputtanare in coca e trans come Lapo. Quello non è facile."
Il libro racconta il declino delle dinastie italiane, un tempo simbolo del successo industriale, oggi protagoniste di faide infinite e scandali pubblici. Gli Agnelli si trascinano in tribunale tra accuse di evasione e tesori nascosti, mentre le fabbriche dell’ex Fiat chiudono. I Del Vecchio, dopo la morte del patriarca Leonardo, si spiano a vicenda, si accusano di dossieraggi e si fanno la guerra per l’eredità. I De Benedetti si scontrano come in una versione reale della Guerra dei Roses, mentre i Benetton, che predicavano etica e solidarietà, festeggiavano a Cortina senza ritegno dopo il crollo del ponte Morandi.
Queste famiglie avrebbero dovuto far volare l’Italia, ma hanno fatto volare solo i loro conti alle Cayman. "Così finiscono le dinastie – scrive Giordano – e iniziano le Dynasty. Così finiscono i condottieri e iniziano gli ereditieri. Così finiscono quelli che hanno guadagnato montagne di denaro e iniziano quelli che nel denaro ci nuotano da quando sono nati, e ora rischiano di affogarci dentro." Un'accusa feroce, che non lascia spazio a sconti. E che racconta un'Italia dove gli unici a pagare il conto, alla fine, sono sempre gli stessi: i cittadini comuni.