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Politica & Finanze

La corsa al riarmo dell'Europa (e dell'Ucraina): ecco il conto per l'Italia

Il triplo paradosso della presidente von der Leyen e il ReArm Europe da 800 miliardi

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Armiamoci. E poi? Il rischio default. O almeno un aumento del deficit. È questo uno degli scenari che potrebbe dover fronteggiare l'Italia, che pure è favorevole alla clausola introdotta dall'UE sulle spese militari. E adesso Ursula von der Leyen l'ha detto chiaramente, a Londra, al meeting dei grandi d'Europa: bisogna far partire la corsa al riarmo, bisogna opporre un "porcospino d'acciaio" a possibili invasori (ossia i russi). Ma qui ci si consegna un doppio se non triplo paradosso. Vediamo perché e di quanti miliardi - sì, miliardi - parliamo quando parliamo di spese militari (comprese le armi con cui continuare a foraggiare l'Ucraina).

Il paradosso, dicevamo. Ursula von der Leyen è stata la prima a solidarizzare con Volodomyr Zelensky dopo il video-scontro alla Casa Bianca. Dunque, condannando Trump. Ma la corsa al riarmo è il soddisfacimento di una volontà precisa di Trump: ossia che i Paesi della Nato aumentino le loro spese militari. Di quanto, non è ben chiaro: la soglia minima attuale sarebbe il 2% del Pil, ma la clausola di salvaguardia, come è stata chiamata, autorizza i Paesi ad andare anche al 3% del Pil. "Salvaguardia" perché? Perché il Patto di Stabilità europeo impone che il debito pubblico non superi il 60% del Pil e il deficit il 3%. La clausola consente allora di inserire le spese per la difesa in un bilancio autonomo. Ma anche così, le incognite sono parecchie.

Partiamo dalla percentuale del 2% del Pil. Al momento, l'Italia raggiunge l'1,9% con circa 32 miliardi di spesa prevista nel 2025 (13 solo per gli armamenti veri e propri, ma ci sono anche software, tecnologia, missioni di peacekeeping). In Europa, quasi tutti i Paesi membri (come dimostra la tabella qui sotto) veleggiano attorno al 2% del proprio prodotto interno lordo destinato alle spese militari, con solo la Polonia che supera il 4% (Trump ci vorrebbe tutti al 5%, percentuale che non raggiungono, secondo paradosso, neppure gli Stati Uniti).

E allora eccoli i calcoli, secondo la tabella realizzata da Whithub, qui sotto. Per l'Italia, raggiungere il 2% di Target Nato, chiamiamolo così, significherebbe una spesa di 10,9 miliardi di euro. Al 2,5%, la spesa salirebbe a 21,7 miliardi, mentre sarebbero 16,2 per la Germania, 12,7 per la Francia e 5,6 per il Regno Unito. Al 3% si passa a 32,4 miliardi per l'Italia, con la Germania che aumenterebbe sensibilmente la spesa di 37,6 miliardi, la Francia di 27,2 e il Regno Unito di 21,9.

Questo sarebbe il costo. Ma dove prenderebbe quei soldi l'Italia che - ribadiamo - vede il governo Meloni comunque favorevole alla clausola voluta da von der Leyen? Fare ulteriore debito sembra proibitivo, il bilancio andrebbe quindi ritagliato, rivoltato, strizzato fino a far uscire quei miliardi. E dove li togliamo? Alla sanità? Alla scuola? Il tutto lasciando da parte il fatto che una delle prime imprese a beneficiarne sarebbe la Leonardo, partecipata proprio dallo Stato

Il ReArm Europe, il piano del riarmo che von der Leyen sta presentando oggi agli Stati membri, propone di dirottare sul capitolo bellico risorse "di coesione sociale", 93 miliardi del fondo Next Gen, o istituire una "banca del riarmo", cui gli Stati fornirebbero il capitale diciamo così azionario, per poi riversarsi sul mercato. Mentre una delle ipotesi per l'Italia è di attingere alle risorse del Pnrr. Il piano della presidente della Commissione Europea è di 800 miliardi di euro, concepito attorno a "un nuovo strumento per fornire 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per gli investimenti nella difesa". Se ogni Paese, ha aggiunto, "aumentasse la spesa dell'1,5% del Pil si creerebbe uno spazio fiscale di circa 650 miliardi di euro in 4 anni". 

E poi c'è il terzo paradosso... Che ne è della sospirata pace, se da un lato si accusa gli Usa (qui non si tratta solo di Trump) di voler far saltare il tavolo, se poi si innesca la corsa al riarmo? La verità, vista così, è che l'Europa ci vuole armati. E ancor più armata vuole l'Ucraina. Come trattare per la pace, con la pistola (del deficit) poggiata sul tavolo. Chi è che "scherza con la terza guerra mondiale" a questo punto?

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