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il caso

Falchera perde la "Casetta" del Parco laghetti: «Ce ne andiamo. Troppe spese»

A marzo 2024, l'inaugurazione col sindaco Lo Russo. Maria Assunta Napolitano (Ars): «Questo posto resterà sguarnito»

Addio alla "Casetta" del Parco laghetti di Falchera

Addio alla "Casetta" del Parco laghetti di Falchera

C’era anche il sindaco Lo Russo al taglio del nastro, il 23 marzo 2024. Una festa alla presenza di cittadini che vedevano, in quell’avamposto con vista laghetti, una speranza per Falchera. E’ passato un anno ma dal 1° giugno la Casetta di via degli Ulivi chiuderà. Allarga le braccia Maria Assunta Napolitano, presidente di Ars, associazione che gestisce lo spazio: «Il 21 febbraio abbiamo comunicato la disdetta del contratto di concessione. Ho sempre creduto in questo luogo, che è un presidio in un’area di periferia dove non c’è niente. Ma non abbiamo più le forze per andare avanti».

Quasi mille euro al mese per mandare avanti la Casetta, che in un anno di attività ne ha fatto tante iniziative. Carnevale, teatro, balli, concerti, solo per citarne alcune. «Quando siamo partiti - ricorda ancora Maria Assunta Napolitano - eravamo in quindici, oggi siamo in quattro. A Comune e Circoscrizione 6 abbiamo presentato una relazione annuale con le attività e i problemi. Se il Comune non ci verrà incontro, saremo costretti ad alzare bandiera bianca».

Così Falchera rischia di perdere un altro “pezzo”. Solo ieri, TorinoCronaca riportava il caso di di via degli Abeti, con la protesta dei disabili perché da metà mese lo Sportello del Malato e GeSeFi lasceranno l’ex scuola Luxemburg, dove arriverà Damamar. Insomma, nel quartiere suona un campanello d’allarme. Ma un segnale già c’era stato, perché i guai della Casetta erano finiti sul tavolo del Comune ad agosto, con un’interpellanza di Simone Fissolo (Moderati) a cui Palazzo Civico replicava parlando di «spese del concessionario per le opere necessarie a rendere utilizzabile il bene». Manutenzione, progettazione, collaudi e tutto il resto. Non proprio un segnale di avvicinamento tra le parti. E ora, il presidio sui laghetti resterà sguarnito.

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