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In corso Allamano
13 Marzo 2025 - 06:20
Gerardo Nilo si è suicidato buttandosi dalle scale del condominio dove viveva, al civico 60/C di corso Allamano: per questo la Procura ha deciso di archiviare l’indagine per omicidio, di cui era formalmente accusato il fratello Nicola. D'altronde, come emerso sin dall'inizio, il corpo della vittima non mostra nulla che faccia pensare a un delitto: stando a quanto emerge, ecchimosi e lesioni alla testa non sarebbero state causate da una colluttazione. E, in generale, non sarebbero state provocate da qualcun altro.
Di conseguenza si chiuderà con un’archiviazione il giallo iniziato nella notte tra il 20 e il 21 novembre, quando il 58enne è stato trovato senza vita sul pianerottolo al primo piano del palazzo popolare di corso Allamano 60/C. A chiamare i soccorsi, è stato proprio Gerardo (di due anni più grande del fratello e residente con lui e l’anziana madre nell’appartamento di famiglia, al secondo piano del complesso al confine con Grugliasco). Ma, quando sono arrivati, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 58enne.
Poi l’appartamento di famiglia è stato posto sotto sequestro e i carabinieri del Nucleo investigativo hanno ascoltato familiari e vicini di casa: «Io non c’entro niente, Gerardo si è ucciso» aveva dichiarato nelle interviste Nicola Nilo. E, insieme alla sorella, aveva attaccato: «Nostro fratello soffriva di depressione ma non veniva curato». Durante le indagini, un’inquilina del terzo piano ha raccontato agli inquirenti di aver sentito un primo botto «fortissimo, come se fosse una bomba carta, seguito da un altro, ma più debole». E Gerardo Nilo, il giorno successivo, è stato ascoltato per dieci ore dai carabinieri e dal sostituto procuratore Paolo Scafi, che coordina l’inchiesta. Lo stesso che ora ha deciso di chiuderla e di disporre il dissequestro dell’appartamento dei Nilo.
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