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Il caso
18 Marzo 2025 - 09:10
L'autovelox "illegale" di corso Unità d'Italia
I guai per la Kria, società produttrice degli strumenti di rilevamento di violazioni della velocità denominati “T-Exspeed” - tra cui anche l’autovelox delle polemiche di corso Unità d’Italia - dopo la convalida del sequestro dei dispositivi dalla Cassazione di venerdì scorso, sembrano appena iniziati. Ma questo vuol dire, per il momento, la “salvezza” per gli 818 automobilisti torinesi che nei primi mesi del 2025 sono stati sanzionati dal tanto temuto apparecchio elettronico. Nella buca delle lettere, per il momento, non arriverà infatti nessuna multa ai conducenti che hanno infranto le regole. A confermarlo, ieri, l’assessore alla Polizia municipale, Marco Porcedda.
Delle 1878 violazioni rilevate nel corso di quest’anno prima del sequestro del 10 febbraio, infatti, 1060 sanzioni sarebbero già state notificate. «Seguiranno il loro iter, poi ci sarà la possibilità di fare ricorso per ottenere l'annullamento della sanzione. Ma le restanti multe, non notificate, rimarranno sospese», ha spiegato Porcedda. Sul tanto temuto autovelox pende un giudizio per frode in pubbliche forniture e di falso per induzione poiché, nei contratti di noleggio, si parlerebbe di apparecchi «omologati dal Ministero», mentre di fatto sono solo approvati. «Al momento non constano irregolarità sull’apparecchio», tiene a precisare Porcedda. Ma non ci sono stime su un eventuale dissequestro e nel frattempo l’erario perde tempo letteralmente prezioso: basti pensare ai più di due milioni di incassi in due anni. «Il problema dev’essere risolto in tempo breve. Scoprirlo dopo dieci anni è grave», replica il consigliere Pino Iannò (Torino Libero Pensiero), autore dell’interpellanza.
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