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Sanità
03 Luglio 2025 - 22:52
Pfas, a un anno dall'allarme di Greenpeace zero interventi: «Acqua potabile inquinata ma ci dicono di tacere»
Si corre ai ripari. Sia per liberarsi dei residui di amianto ancora presenti in tante strutture pubbliche edificate prima del 1992 (anno in cui il materiale fu messo a bando per i suoi rischi cancerogeni), che per monitorare quello che l’Omceo ha definito il “nuovo amianto”, lanciando l’allarme sulla pericolosità dell'inquinamento da Pfas. In questa direzione si è mossa ieri mattina la Quinta commissione regionale.
Il primo passo è lo stanziamento da tre milioni per un fondo che sarà suddiviso in tre anni e a cui potranno accedere Comuni, Province e Città Metropolitana, proprietari di strutture che contengano tracce di amianto, purché non vi siano ancora state eseguite bonifiche. La singola istanza avrà un massimale di 300mila euro, lasciando in carico ai Comuni Iva e costi di progettazione. E viene profilata l’ipotesi, su indirizzo del consigliere M5S Alberto Unia, di potere intervenire «anche sugli edifici di privati irreperibili, così da ampliare il raggio della tutela della salute pubblica», afferma Unia.
Il secondo, ancora in fase embrionale, è l’istituzione di un centro di monitoraggio e studio dei livelli di Pfas. Le sostanze per- e polifluoroalchiliche sono anche definite “sostanze chimiche per sempre”, perché tendono ad accumularsi in esseri umani e animali, principalmente attraverso l’acqua contaminata, il cibo o l’aria. E la loro esposizione prolungata è associata a problemi immunitari, dello sviluppo fetale e infantile.
Per questo, all’unanimità, è stata approvata l'istituzione di un Osservatorio tecnico scientifico dedicato alla riduzione delle emissioni, degli usi e della diffusione ambientale delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nel territorio piemontese. Che ne coordinerà anche il monitoraggio.
“Il Movimento 5 Stelle - aggiunge Unia - da anni rimarca l’esigenza di una maggiore attenzione sul tema”. Richiesto, insieme ad Avs, anche il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste, rimaste fuori dalla prima stesura della delibera.
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