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La replica

Lo Russo e la sfida al Governo: «Non cambiamo approccio»

Il sindaco rompe il silenzio: «Ferma condanna degli episodi violenti, ma la nostra scelta coraggiosa. Far niente non era un’opzione»

Torino, ecco chi protegge (ancora) Aska

«Coraggiosa e lungimirante» nel provare a sbloccare una questione rimasta congelata quasi trent’anni, «che nessuno prima aveva mai potuto o voluto affrontare». Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo a neanche 48 ore dallo sgombero del centro sociale di corso Regina Margherita 47, fortino degli antagonisti di Aska, rompe gli indugi, e rivendica la scelta della sua amministrazione. Quella di «fuoriuscita dall’illegalità», come ha più volte rimarcato, attraverso il Patto di collaborazione siglato con i garanti del centro sociale ormai due anni fa e da giovedì scorso, ufficialmente sciolto.

Con un videomessaggio sui suoi canali social, il sindaco, forse nel tentativo di difendersi dall’assedio mediatico, soprattutto da parte dei detrattori di destra, spiega con toni decisi: «Torino dissente profondamente dalle scelte e dall'impostazione culturale di questo Governo. Proprio per questo l'amministrazione che rappresento non intende modificare le proprie priorità, né cambiare approccio».

Ora l’obiettivo è la riassegnazione dell’immobile, ma far finta di nulla non era un’opzione, spiega difendendo la sua decisione: avrebbe significato rinunciare alla tutela di un bene comune. Da qui la scelta di percorrere una strada nuova, «che sapevamo non sarebbe stata facile, ma distinta» – sottolinea – dai procedimenti giudiziari, che continueranno a seguire il loro corso. Una difesa netta del metodo, ma accompagnata da una condanna di ogni episodio di violenza avvenuto durante o a margine delle manifestazioni degli ultimi mesi. Nessuna ambiguità, assicura: «La violenza non è mai giustificabile». L’obiettivo dichiarato resta quello della coesione sociale, contro una narrazione alimentata da strumentalizzazioni e paure. «La vera sfida è unire, non dividere».

Non fa nomi, ma è facile immaginarsi dietro le sue parole alcuni nomi, come quello dell’onorevole Augusta Montaruli e dell’assessore alla Casa Maurizio Marrone (entrambi FdI), autori di un ricorso al Tar per impedire la continuazione del Patto.

Nessun cambio di rotta, dunque, Lo Russo continuerà a guardare al futuro di corso Regina 47, «come a uno spazio a vocazione pubblica e sociale, aperto al quartiere».

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